Dario Romano: Giornata mondiale della danza con Canova
Oggi si celebra la giornata mondiale della danza, disciplina molto rappresentata nel mondo dell'arte: basti pensare ai numerosi dipinti di artisti come Renoir, Degas, Matisse e tanti altri. Tuttavia, se c'è un artista che più di tutti ha saputo rappresentare la pienezza sublime dell'estetica della danza nell'arte figurativa, quello è Antonio Canova, il più grande artista Neoclassico. Ma come nascono le Danzatrici di Canova? Siamo in un periodo storico terribile per le vicende politiche Napoleoniche che hanno sconvolto l'Italia e l'intera Europa. In quel tempo Antonio d’Este ricorda un Canova che desidera evadere dalla drammaticità del tempo e si affligge nel vedere la pace d’Italia turbata, e ciò gli da motivo di modellare le danzatrici, che essendo di loro natura allegre, si contrapponevano alla malinconia. La serie delle Danzatrici, testimonia il desiderio giocoso e creativo dello scultore, che rievoca figure ispirate ai dipinti parietali di Napoli ed Ercolano. La Danzatrice col dito al mento è contemporanea alla deportazione di papa Pio VII e alla malattia di Luigia Giuli, governante di Canova. Canova, scrive che realizzò l’opera in uno stato di frustrazione che lui stesso attribuisce alle vicende del mondo. Le tre Danzatrici sono rappresentate gioiose e allegre mentre danzano e ciò che colpisce è la leggerezza dei loro corpi, scolpiti notevolmente da Canova, con un’eccellente levigatura che conferisce quella leggerezza e quella sinuosità, tipiche nell'arte Canoviana. Le Danzatrici di Canova sembrano sollevarsi da terra e fluttuano sfidando le leggi della gravità, confermando l’abilità ineguagliabile di Canova, di animare in modo stratosferico le figure. La Danzatrice con le mani sui fianchi venne scolpita per l’imperatrice Josephine de Behaurnais: venne esposta al Salon di Parigi all’inizio del 1813, dove ottenne un grandioso successo: “À avuto un incontro smisurato: vi fu per li primi giorni una folla che non potete credere. La Danzatrice fa impazzir tutti” (così scriveva a Canova il suo amico e critico d’arte Quatremère, il 12 febbraio 1813). Canova, con quella sua prima Danzatrice, aveva intercettato il forte interesse per la danza nella cultura europea del primo Ottocento, che conosceva allora un profondo rinnovamento e una riflessione teorica proprio in rapporto con le arti figurative e lo studio dell’iconografia classica. La danzatrice col dito al mento sopraccitata è la seconda ad essere composta. La terza, Danzatrice con i cembali, fu eseguita nel 1815 per l’ambasciatore russo a Vienna, Andrej Razumovskij, ciò dimostra come Canova sia stato, come lo fu Tiziano nel ‘500, l’artista più apprezzato e ricercato dalle più importanti corti europee, dalla Russia alla Francia, passando per l’Austria, i papi e l’Italia. Leopoldo Cicognara, che nel 1808 era diventato presidente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, diceva che, nelle Danzatrici, Canova era stato “dalle Grazie unicamente ispirato”. Eppure notava nelle tre sculture alcune diversità che le rendevano uniche: la prima danzatrice esprimeva “tutta la forza della gioventù più vigorosa”, sospesa sulle punte; quella con il dito al mento presentava “la più felice espressione della grazia”, favorita dallo sviluppo compositivo elicoidale, infine l’ultima, rappresentata nel salto, “assomigliava a una baccante”. Canova riuscì a trasformare la danza nel marmo, traducendola in poesia intensa, sublime, ricca di passione e grande carisma: i corpi delle tre Danzatrici esprimono le più libere sensazioni sublimi, prive di qualsiasi limite e nel caso di Canova libere sensazioni di rifugio mentale dalla terribile situazione politica-militare del suo tempo. Canova imprime l'anima del marmo ed in queste danzatrici l'anima sembra per un attimo staccarsi dal corpo per poi richiamarlo a sé in una dimensione opposta alla mediocre convenzionalità. I piedi delle tre Danzatrici fluttuano disegnando armoniose traiettorie geometriche, rispondendo solamente alla volontà del cuore e della passione che avvolge i loro corpi brucianti di una bellezza di estetica neoclassica mai vista prima nell'arte. Nelle Danzatrici di Canova non vi è spazio per un io introverso e timido, ma vi è un io vivace, sublime, speranzoso, ricco di vitalità e di adrenalina. Le Danzatrici di Canova esprimono, con i loro corpi e con i loro passi danzanti, emozioni e pensieri, seguendo il ritmo della musica: è un ritmo definito dall'armonia dei passi e dei leggiadri movimenti. In questa maniera queste Danzatrici creano una sublime coreografia e talvolta si abbandonano al raffinato estro dell'improvvisazione. Attraverso le Danzatrici, Canova è riuscito a immortalare nel materiale inerte quale è il marmo, la più alta e suggestiva testimonianza di straordinario plasticismo nella della figura umana in azione di moto. Movimento ben visibile nella Danzatrice con cembali, dove la fanciulla danzante, con i mano i cembali, ha il corpo posizionato stabilmente sulla punta di un piede e possiamo notare come sia intenta ad allungarsi verticalmente, proprio come se volesse andare al ritmo della musica dei suoi cembali. Questa Danzatrice rappresenta l'unione tra danza e musica e la sua testa rivolta verso il basso, sembra andare a braccetto con le vibrazioni sonore che abbracciano al contempo il suo sinuoso corpo. Tutti questi elementi sono il più alto esempio di scultura che prende vita attraverso l'azione del moto del corpo umano, in una unione tra arte visiva della danza e arte visiva della stessa scultura, che nessun altro scultore aveva mai saputo creare prima. Queste sensazioni si rispecchiano in maniera straordinaria anche nella Danzatrice con le mani sui fianchi, in cui possiamo cogliere la perfetta e delicata sinuosità dei movimenti danzanti, in cui vediamo la vita umana e non il freddo e pesante marmo. Ci sembra quasi di poter avvertire quella bellissima trasparenza e morbidezza della veste, come se la sentissimo al tatto pur senza toccarla. Un altro straordinario dettaglio di moto è dato dalla pianta dei piedi, appena flessa, che ci fa pensare al successivo passo di danza che la Danzatrice è in atto di compiere, ovvero un saltello. Anche questa è una statua che infonde gioia e serenità, proprio come voleva Canova, desideroso di fuggire dal clima d'orrore del suo tempo. Questa Danzatrice sembra quasi aver il desiderio di invitare un accompagnatore per unirsi alla sua danza. Questa bellezza in movimento è rispecchiata anche nella Danzatrice col dito in mento, la più composta e riflessiva delle tre: essa è nell'atto di un mezzo movimento in cui un piede poggia sul collo dell'altro piede. Se nelle altre due Danzatrici. lo scultore si impegna ad imprimere il ritmo nella scultura, in quest'ultima si sofferma sull'espressione più sublime della danza. Il poliedrico e ineguagliabile artista, si era anche impegnato a riprodurre delle Danzatrici in pittura, in cui notiamo anche qui delle fanciulle piene di grazia ed eleganza, e in cui si nota nuovamente quella capacità del Canova di tradurre il movimento reale in pura opera d'arte e l'opera d'arte stessa in puro movimento di vita, in una dimensione di armonia e perfetta proporzione tra le varie parti del corpo. Tutti questi movimenti immortalati dal Canova, culminano e trovano la perfetta unione nelle Tre Grazie (1812-1817). Canova con quest’opera conferma la sua capacità nella scultura di poter rappresentare i principi di quiete grandezza attribuiti all’arte classica, che supererà con la stessa grazia ed eleganza dei suoi lavori. Il principio estetico perseguito dal Canova, d'altronde, è riflesso in maniera quasi subliminale nell'etimologia stessa del termine «grazia», dal latino gratia a sua volta derivato da gratus «gradito; riconoscente». la Grazia al centro è vista frontalmente, quella di destra è colta quasi di spalle e quella di sinistra, infine, rivolge il fianco allo spettatore. Il senso di unione dettato dall'abbraccio della figura centrale è rafforzato da un morbido velo che, ricalando dal braccio della Grazia di destra, cinge le tre fanciulle celandone parzialmente le nudità. In quest’opera il più grande scultore di tutti i tempi si diverte a mostrare il suo incredibile virtuosismo tecnico come mai nessun altro fece prima: oltre che nella consistenza quasi tattile del velo marmoreo, il virtuosismo di Canova si manifesta anche nelle fluenti capigliature delle tre Grazie, che presentano tutte un'elaborata acconciatura raccolta in nodi sulla nuca e in ciocche minutamente arricciolate, e nell'applicazione di una patina per imitare il calore rosato dell'incarnato. Ma il dettaglio più straordinario rimane quello dell'unione di questi tre corpi perfetti che si assimilano e si uniscono in una danza leggera, fluttuante e sublime, come tutta l'arte del Canova: queste tre donne che si muovono con naturalezza, sono l'essenza stessa della danza.
Canova, Danzatrice con cembali.
Canova, Danzatrice col dito al mento.
Canova, Danzatrice con le mani sui fianchi.
Complimenti per il bellissimo commento! Amo Canova e la Danza, sono opere meravigliose...
RispondiEliminaGrazie mille ❤️🎨
EliminaChe meraviglia❤️... Grazie per questa bellissima spiegazione!
RispondiEliminaGrazie mille ❤️🎨
EliminaLeggerla è sempre un piacere, si imparano sempre cose nuove ed interessanti, grazie. Dinanzi a tale perfezione in un materiale come il marmo l'unica cosa che mi viene da pensare è che la mano guidata da Canova, fosse una mano sovrannaturale, divina.
RispondiEliminaGrazie mille 🎨❤️
EliminaComplimenti per la fantastica spiegazione, chiara ed interessante. Canova è semplicemente divino.
RispondiEliminaGrazie mille ❤️🎨
EliminaSublime l'arte del Canova e sublime la capacità di descrivere l'arte, da parte di Dario, bravi maestri! 👏🏻
RispondiEliminaGrazie mille ❤️🎨
EliminaCon Canova si rimane sempre incantati e così pure con le spiegazioni d'arte di Dario, grazie.
RispondiEliminaGrazie mille ❤️🎨
EliminaCanova è immenso, divino. Un grazie sempre di cuore a Dario per le chiare e precise descrizioni. Grazie mille!
RispondiEliminaCanova, l'ho sempre definito l'artista dell'eleganza e credo che non vi sono al mondo altre opere più eleganti di queste, ben spiegate, tralaltro come sempre, da Dario👏🏻
RispondiEliminaNon mi stancherò mai di dirlo, Canova è stato un miracolo di Dio e anche tu Dario, sei un miracolo per raccontare l'arte.
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