Dario Romano: Filippo Juvarra tra Torino e Madrid

 

Filippo Juvarra, facciata del Palazzo Madama di Torino, 1716-1718.

Filippo Juvarra a Torino e Madrid

A Torino l’architetto Filippo Juvarra realizza capolavori architettonici importanti per la famiglia reale dei Savoia. Tra questi si ricordano: Palazzo Madama, la Basilica di Superga e la Palazzina di Caccia di Stupinigi. La Basilica di Superga fu pensata come mausoleo dei Savoia e come monumento celebrativo per la vittoria sui francesi del 1707. Si innalza sulla sommità della collina di Superga ed è visibile da un ampio territorio. La basilica si articola attorno a una chiesa dalla pianta circolare, sormontata da una grande cupola di gusto barocco, preceduta da un pronao sorretto da otto colonne corinzie di ispirazione classica (Pantheon di Roma). Tale influenza si nota anche nell'impostazione a pianta centrale. Ai lati del corpo centrale si elevano due campanili, nei quali è possibile riscontrare l'influenza del Borromini. la lunghezza è di 51 m. mentre la cupola risulta alta 75 m. Queste caratteristiche, combinate all'altezza del colle (672 m), la rendono visibile anche da grandi distanze ed in primo luogo da Torino. Allo stesso modo dal colle si ha un vasto panorama della città e delle Alpi. Ma è la cupola il capolavoro di tecnica d'avanguardia: è costituita da due calotte, una interna e una esterna, divise da un'ampia intercapedine. 
Filippo Juvarra, Basilica di Superga, Torino, 1717-1731.

Filippo Juvarra, interno della cupola della Basilica di Superga, Torino, 1717-1731.

La Palazzina di Caccia di Stupinigi venne affidata a Juvarra nel 1729 da Vittorio Amedeo II di Savoia, con l’intento di competere con le grandi regge europee. L’enorme palazzina era destinata al divertimento del Re e della sua corte. Il progetto crea un continuum tra edificio e natura, con un grande effetto scenografico. Gli edifici si aprono verso la campagna con andamenti ad “X” e curvilinei. La pianta della palazzina è definita dalla figura dei quattro bracci a croce di Sant'Andrea, intercalati dall'asse centrale che coincide col percorso che da Torino porta alla reggia tramite un bellissimo viale alberato che fiancheggia cascine e scuderie, antiche dipendenze del palazzo. Il nucleo centrale è costituito da un grande salone centrale di pianta ovale da cui partono quattro bracci più bassi a formare una croce di sant'Andrea. Nei bracci sono situati gli appartamenti reali e quelli per gli ospiti. Il cuore della costruzione è il grande salone ovale a doppia altezza dotato di balconate ad andamento "concavo-convesso", sormontato dalla statua del Cervo, opera di Francesco Ladatte: con l'allontanarsi di Juvarra da Torino (destinazione Madrid), il principe Carlo Emanuele III affidò la direzione dei lavori a Giovanni Tommaso Prunotto, il quale provvide ad ampliare la palazzina partendo dagli schizzi lasciati dall'architetto messinese, cercando così di salvaguardare i complessi giochi di luce e di forme cari al suo predecessore. È così che vennero chiamati a corte, nella "Real Fabrica", un gran numero di artisti per decorare i nuovi ambienti. L'interno è in Rococò italiano, costituito da materiali preziosi come lacche, porcellane, stucchi dorati, specchi e radiche che, oggi, si estendono una superficie di circa 31 000 metri quadrati, mentre 14 000 sono occupati dai fabbricati adiacenti, 150 000 dal parco e 3 800 dalle aiuole esterne; in complesso, sono presenti 137 camere e 17 gallerie.
Filippo Juvarra, Palazzina di Caccia di Stupinigi, veduta aerea, 1729-1733.

Gli interni hanno per protagonista la luce, che attraversa le ampie finestre esaltando i colori degli affreschi, degli stucchi, delle lacche preziose dei mobili, delle dorature delle cornici e degli arredi. Il salone centrale presenta ricchissime decorazioni ed è coperto da una cupola dove partono i quattro bracci, che si sviluppano nello spazio circostante, collegandosi agli altri edifici. Straordinario nel complesso è l’interno, dove spesso non si distinguono le parti architettoniche da quelle dipinte o da quelle con decorazioni di sculture o ad affresco.
Palazzina di Caccia di Stupinigi, interno della cupola del Salone centrale.

Le facciate della palazzina sono ripartite da lesene e da ampie finestre regolari: la fantasia barocca risulta controllata dal rigore compositivo. Le ali avanzate, con funzione di scuderie e rimesse agricole, sono state aggiunte dopo la morte di Juvarra. I giardini sono abbelliti da aiuole e viali, secondo la moda francese.
Palazzina di Caccia di Stupinigi.

A Madrid, Juvarra si recò per la realizzazione del Palazzo Reale. Il palazzo fu costruito nello stesso luogo dove sorgeva l'Alcázarfortezza musulmana del IX secolo edificata su ordine dell'emiro Mohamed I per difendersi dall'avanzata dei cristiani, divenuta nel XVI secolo palazzo reale dopo la decisione di stabilire a Madrid la capitale dell'Impero spagnolo; fu residenza della famiglia reale spagnola fino alla sua distruzione, causata da un terribile incendio avvenuto alla vigilia di Natale del 1734, ai tempi di Filippo V. La ricostruzione del palazzo avvenne sotto la commissione dello stesso re di Spagna Filippo V, il quale ordinò che il palazzo venisse ricostruito nello stesso luogo, ma che fosse fatto solo di pietra senza neanche un pezzo di legno (esclusi gli arredi) per evitare futuri incendi. L'incarico venne affidato a Filippo Juvarra, ma sarà Sacchetti a proseguire il progetto dopo la morte di Juvarra. I lavori iniziarono nel 1735 e durarono ventisei anni. L'edificio, costituito da 3418 stanze che insistono su un'area di 135 000 m², è la più grande residenza reale d'Europa. La struttura dispone di un numero impressionante di stanze - oltre 3.400, mentre gli interni sono adornati con decorazioni elaborate e opere d'arte classica, nonché di affreschi straordinari di Corrado Giaquinto e di Giambattista Tiepolo, che arricchiscono i soffitti dei bellissimi saloni. Il Palazzo Reale è un massiccio edificio settecentesco in pietra chiara di due tonalità, costruito in stile tardo barocco a impianto quadrato, con un vasto cortile all’interno. Dall’ alto basamento in pietra bugnata si innalza un partito di semicolonne ioniche aggettanti, uno centrale e due laterali, che articolano il grande volume e definiscono gli spazi delle grandi finestre; nelle due parti incassate il colonnato si trasforma, secondo le regole dell’architettura barocca, in lesene con semplici capitelli dorici. Nella parte centrale un portico a colonne definisce i grandi ingressi vetrati; sopra al grande volume un orologio è contenuto in un’altana centrale. La grande piazza è delimitata da due ali porticate ed è conclusa frontalmente da una poderosa cancellata. Davanti al fronte settentrionale del Palazzo Reale, i Jardines Sabatini costituiscono un parco monumentale. Realizzati negli anni trenta del XX secolo, nel luogo precedentemente occupato dalle stalle erette dall’architetto italiano Francesco Sabatini, i Jardines, nobilitati dalla Fontane dei Tritoni, furono realizzati da Fernando Mercandai, autore del progetto vincitore del concorso del 1933. 
Filippo Juvarra, Facciata Sud del Palazzo Reale di Madrid, 1738-1764.

Palazzo Reale di Madrid visto dai Giardini Sabatini.

Articolo di Dario Romano di Arte Divulgata. Per fonti e approfondimenti, il contenuto è tratto dal mio libro L'architettura del Barocco e del Rococò.
















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