Dario Romano: Bernini e l'arte dell'espressività
Bernini, Ratto di Proserpina, 1621-22, Galleria Borghese, Roma.
Gian Lorenzo Bernini è stato uno dei più celebri artisti del XVII secolo e uno dei protagonisti del movimento barocco. Le sue opere, caratterizzate da uno stile dinamico e teatrale, hanno lasciato un'impronta indelebile nell'arte e nell'architettura. Gian Lorenzo Bernini nacque il 7 dicembre 1598 a Napoli. Fin dalla giovane età, dimostrò un talento straordinario per l'arte, incoraggiato dal padre, il noto scultore Pietro Bernini. A soli 8 anni, Bernini creò la sua prima scultura di un animale, mostrando una maestria sorprendente. All'età di 20 anni, Bernini fu notato dal potente cardinal Scipione Borghese, che lo prese sotto la sua protezione e lo introdusse nell'ambiente artistico romano. Questo segnò l'inizio di una carriera di successo per Bernini a Roma, dove avrebbe realizzato alcune delle sue opere più celebri. Bernini è stato uno dei più grandi artisti del Barocco italiano, noto per le sue straordinarie sculture e opere architettoniche che hanno affascinato il mondo per secoli. Una delle caratteristiche distintive del suo stile artistico è l'incredibile espressività delle sue figure scolpite. Le opere di Bernini sono state elogiate per la loro capacità di catturare l'essenza dell'emozione umana, trasformando il marmo in forme che sembrano respirare, piangere, sorridere e addirittura parlare. In questo articolo esploreremo l'abilità di Bernini nel conferire vita alle sue figure e l'impatto che ha avuto sulla storia dell'arte.
Il virtuosismo dell'espressività:
Bernini era un maestro nell'arte di rappresentare l'espressività umana. Le sue sculture non erano semplicemente rappresentazioni statiche, ma sembravano prendere vita davanti agli occhi dello spettatore. Le figure di Bernini erano pervase da un senso di movimento dinamico, da una forza che sembrava animare i loro corpi e rendere tangibile l'emozione che desiderava trasmettere. I volti dei suoi soggetti erano modellati con una cura straordinaria, i dettagli dei muscoli e delle espressioni facciali erano resi in modo così realistico da lasciare un'impressione duratura nello spettatore, incarnando alla perfezione i canoni barocchi.
L'uso del contrasto:
Una delle tecniche distintive di Bernini era l'uso sapiente del contrasto. Le sue sculture spesso combinavano elementi di luce e ombra per creare un effetto drammatico. Utilizzava questa tecnica per mettere in evidenza particolari dettagli anatomici o per accentuare le espressioni emotive dei suoi soggetti. L'uso del chiaroscuro conferiva alle sue figure una sensazione di profondità e realismo straordinari, portando l'osservatore a sperimentare un coinvolgimento emotivo più profondo con l'opera.
Il dinamismo del movimento:
Un'altra caratteristica che definisce le opere di Bernini è il senso di movimento. Le sue sculture sembrano catturare l'attimo preciso di un gesto o di una scena, creando una sensazione di azione congelata nel tempo. Bernini riusciva a rendere visibile l'energia vitale che animava le sue figure, come se fossero in procinto di muoversi o di pronunciare una parola. Questo realismo dinamico conferiva alle opere di Bernini una vitalità unica, che le distingueva da altre sculture del periodo. Volendo fare un paragone con la pittura, Bernini rappresentò in scultura ciò che Pieter Paul Rubens realizzò in pittura, in perfetto stile barocco.
L'espressione delle emozioni:
La grande abilità di Bernini risiedeva nella sua capacità di catturare le sfumature delle emozioni umane. Le sue figure trasmettevano gioia, dolore, estasi, tristezza, ira e molte altre emozioni con una precisione straordinaria. Questo talento nell'esprimere l'interiorità umana era ciò che rendeva le opere di Bernini così potenti e coinvolgenti. Ogni piega del viso, ogni tensione muscolare, ogni dettaglio dell'opera d'arte contribuiva a creare una narrazione emozionale che poteva toccare il cuore dello spettatore. Bernini è stato un artista eccezionale nell'arte dell'espressività. Le sue figure scolpite sono un'espressione straordinaria della capacità umana di comunicare emozioni attraverso l'arte. Le opere di Bernini hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'arte, influenzando generazioni successive di artisti. La sua abilità di dare vita al marmo ha fatto sì che le sue sculture diventassero quasi organismi viventi, capaci di parlare direttamente al cuore degli spettatori. Bernini ha dimostrato che l'arte può superare i confini della staticità e raggiungere un livello di espressività che rimane eterno.
Il Ratto di Proserpina
Apollo e Dafne
Bernini, Apollo e Dafne, 1622-25, Galleria Borghese, Roma.
Quest'opera sorprende per la sua straordinaria abilità tecnica e per la capacità di catturare un momento di grande tensione e drammaticità. "Apollo e Dafne" racconta un episodio tratto dalla mitologia greca, in cui Apollo, colpito da una freccia d'amore, si innamora perdutamente di Dafne, ma la ninfa, colpita da una freccia di piombo che genera repulsione, cerca disperatamente di sfuggire al suo corteggiatore. Chiedendo aiuto a suo padre, il fiume Peneo, Dafne viene trasformata in un alloro, sfuggendo così all'amore di Apollo. La scena rappresenta l'attimo in cui Apollo, il dio greco del sole e delle arti, tenta di catturare la ninfa Dafne, figlia del fiume Peneo. La scultura mostra Apollo inseguitore, con il corpo slanciato in avanti mentre tende la mano per afferrare Dafne. Quest'ultima, invece, sta subendo una metamorfosi in un alloro, con le sue braccia che si stanno trasformando in rami e il suo corpo che si sta lentamente rivestendo di corteccia. Bernini riesce a catturare l'istantanea del momento di transizione e movimento, conferendo alla scultura una sensazione di grande dinamismo. La tensione emotiva è palpabile nella rappresentazione delle figure: Apollo esprime una passione travolgente, con sguardo ansioso e braccia tese, mentre Dafne manifesta terrore e disperazione, con gli occhi spalancati e il volto contorto. I dettagli delle foglie che si formano sul corpo di Dafne e i dettagli della corteccia sono sorprendentemente realistici, evidenziando l'abilità di Bernini nel lavorare il marmo. L'opera di Bernini cattura il momento cruciale in cui Dafne è sulla soglia della sua metamorfosi, intrappolata tra la natura divina e quella terrena. Rappresenta la lotta tra il desiderio e la resistenza, tra l'amore non corrisposto e il desiderio di preservare la propria identità. La scultura riflette anche il gusto e le idee artistiche del periodo barocco, in cui la rappresentazione del movimento e delle emozioni era fondamentale per coinvolgere lo spettatore. Bernini riesce a trasmettere la forza e l'intensità del momento, creando una scena teatrale e coinvolgente. L'Apollo e Dafne di Bernini rappresenta uno dei capolavori più iconici dell'arte barocca. La maestria tecnica e la potente espressività della scultura testimoniano la genialità di Bernini nel manipolare il marmo e nel dare vita alle sue creazioni. Quest'opera cattura l'attenzione degli osservatori con la sua rappresentazione dinamica e commovente del mito greco, offrendo uno sguardo affascinante sulla lotta tra l'amore e la resistenza.
Estasi di Santa Teresa d'Avila
Bernini, Estasi di Santa Teresa d'Avila, 1645-52.
David
Bernini, David, 1624, Galleria Borghese, Roma.
Il David è una delle più celebri sculture di Bernini. Abbiamo visto come nei secoli diversi scultori si sono impegnati nella realizzazione di questo eroe biblico, da Donatello a Michelangelo. Il David di Bernini è però indubbiamente il migliore in scultura, in termini di dinamismo, teatralità ed espressività, elementi tipici barocchi. Bernini realizzò questo capolavoro a soli venticinque anni, dimostrando la sua eccezionale abilità che lo contraddistinse da molti altri scultori del suo tempo. Le caratteristiche contraddistinguono questa scultura dalle altre versioni ad opera di illustri scultori quali Donatello e Michelangelo, sono collegabili allo stile barocco tipico delle statue marmoree del Bernini. Lo scultore sceglie di rappresentare David nel momento esatto in cui sta accumulando forza per scagliare la pietra addosso al gigante Golia. La forte torsione del corpo e l’espressione tesa dimostrano la grande concentrazione del protagonista, poiché la mossa che sta per attuare potrebbe cambiare radicalmente le sorti dell’incontro. Nessun dettaglio è lasciato al caso, proprio come vuole la tradizione barocca: il volto è segnato dal forte sforzo, le labbra sono rientrate ed i capelli in movimento. Questi dettagli non fanno altro che dimostrare la forza impressa da David per effettuare l’attacco. Se in altre opere di Bernini è presente un solo punto di vista privilegiato, in questa ne troviamo addirittura tre, dove ciascuno permette di ammirare dei dettagli ed aspetti unici della scultura. La grande attenzione ai particolari in questa scultura è dimostrata dalla presenza, ai piedi del protagonista, della corazza donata all’eroe da re Saul per combattere il nemico. Tuttavia al momento del conflitto, David ha preferito non indossarla poiché troppo pesante ed avrebbe ostacolato i suoi movimenti. Oltre all’armatura, è presente anche una testa d’aquila: questo non è altro che un riferimento alla casata Borghese, committente di questa straordinaria opera. Con quest’opera Bernini muta il significato che nel Rinascimento era stato attribuito all’eroe biblico, rappresentandolo come espressione di azione e forza. Un altro straordinario dettaglio è il corpo a spirale, dove le sue parti sono rivolte in più direzioni: ciò comporta uno sbilanciamento poiché poggia tutto il suo peso sulla gamba destra. Le sensazioni dominanti scaturite da questa scultura sono l’immediatezza e la forza dell’azione: il risultato del suo gesto infatti deciderà le sorti del popolo ebraico. Osservando il particolare della mano che impugna la fionda, è evidente come Bernini seppe unire un potente effetto dinamico alla cura raffinata del dettaglio. La nudità del David rappresenta anche la virtù morale che trionfa sulla forza fisica di Golia. Il busto del David è scolpito come se fosse in una sequenza cinematografica: esso è ruotato verso destra, con la gamba sinistra tesa e il piede sollevato e nella massima estensione del corpo prima del lancio del sasso; a sua volta il piede destro funge da perno del movimento rotatorio: tra tutti i David che conosciamo nel mondo dell'arte, quello di Bernini è sicuramente l'emblema dell'azione.
Anima Dannata
Bernini, Anima Dannata, 1619, Palazzo di Spagna, Roma.
Quest'opera, che rappresenta un'anima condannata all'inferno, affonda le sue radici nella profonda comprensione dell'animo umano e nella capacità di Bernini di tradurre emozioni complesse in forma scultorea: è una scultura di straordinaria intensità. La scena rappresenta un'anima condannata all'inferno, immersa nella sofferenza e nell'agonia. La figura scolpita rappresenta un uomo che si contorce e si contorce in una posizione tormentata. I suoi lineamenti sono distorti dall'angoscia, i muscoli contratti e i capelli in disordine. Bernini utilizza il marmo per dare vita a una rappresentazione straordinariamente realistica delle emozioni umane più intense. L'espressione di terrore e disperazione che traspare dal volto è palpabile, quasi a far sentire lo spettatore l'agonia dell'anima condannata. L'opera riflette la profonda comprensione di Bernini della condizione umana e della lotta tra il bene e il male. La scultura rappresenta un'anima condannata all'inferno, prigioniera delle proprie colpe e tormentata dall'angoscia eterna. La figura esprime la sensazione di disperazione e di separazione da Dio. Bernini, con maestria, rappresenta il tormento e la sofferenza attraverso la tensione e l'espressione distorta del volto. Questa scultura ci invita a riflettere sulle nostre azioni e sulle conseguenze che possono comportare, ma ci ricorda anche che anche nelle situazioni più disperate, la speranza e la possibilità di redenzione possono ancora brillare. Un'espressione così incisiva e violenta non era mai stata sperimentata nel mondo dell'arte prima del tentativo di Bernini. Quest'opera è contrapposta ad un altro busto, quello dell'Anima Beata: le due sculture insieme, infatti, sono l'esempio delle anime condannate alla dannazione eterna e di quelle salve dei beati. Nell'Anima Beata, Bernini cattura la bellezza e la serenità dell'anima, simboleggiando l'esperienza di elevazione spirituale e di unione con il divino. La scena raffigura un'anima beata che si solleva verso il cielo, trasmettendo una sensazione di leggerezza e serenità. La figura scolpita è rappresentata come una giovane donna, con il viso rivolto verso l'alto. La sua espressione è serena e radiante. La luce che illumina l'opera enfatizza la sensazione di divinità e di trascendenza. La figura sembra quasi fondersi con lo sfondo, creando un'atmosfera eterea e celestiale. La scultura invita lo spettatore a riflettere sulla dimensione trascendente dell'anima umana e sulla ricerca di una connessione più profonda con il divino. Rappresenta l'aspirazione dell'anima verso la sua vera natura spirituale, in un abbraccio di amore e di beatitudine: l'opera è una sorta di manifesto sulla riflessione della comunione con il celeste. L'espressione, inoltre, trasmette un senso di pace interiore e di armonia spirituale. Con quest'opera, Bernini è capace, attraverso il marmo, di trascendere il materiale per avvicinarsi alla dimensione spirituale.
Bernini, Anima Beata, 1619, Palazzo di Spagna, Roma.
Articolo di Dario Romano. Per fonti e approfondimenti, il contenuto è tratto dal mio libro Bernini e la scultura del Barocco.
SUPERLATIVO STRAORDINARIO....GRAZIE ECCELSO UOMO D'ARTE!!
RispondiEliminaEccezionale è dir poco, l'insieme di tante emozioni raccontate con tanta maestria e passione ci fanno godere di uno spettacolo che perdura nel nostro tempo. 🌈
RispondiEliminaBravissimo, ogni tua parola, quando scrivi di arte, riesce sempre ad incantare il lettore!
RispondiEliminaTi leggerei sempre, ore ed ore e come ti ho già detto sei il mio storico dell'arte preferito di oggi, bravissimo. E bravissimo anche Bernini con il suo groviglio di figure contorte.
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