Dario Romano: l'architettura del Rococò con la Reggia di Versailles e di Caserta

 

Venezia, Salone da Ballo di Ca’ Rezzonico.

L’architettura del ‘700: il Rococò e le Regge

Per la maggior parte del Settecento l’arte rappresenta il mondo raffinato ed esclusivo della classe aristocratica. Vengono erette splendide residenze a modello di quella di Versailles, fatta realizzare dal Re di Francia Luigi XIV dal 1661. A Parigi, così come a Vienna, Monaco e San Pietroburgo, lo sfarzo della vecchia aristocrazia si manifesta in edifici immersi in splendidi giardini e composti di stanze preziosamente arredate. In Italia in tal senso primeggiano la Reggia di Caserta e la palazzina di caccia di Stupinigi a Torino, capolavoro di Filippo Juvarra realizzato per i Savoia. Tra l’inizio del XVIII secolo e il 1760 si diffonde lo stile del Rococò, che in pittura ebbe come capitale la Venezia del Tiepolo e del Ricci. In architettura ebbe origine con la Reggia di Versailles. Il suo nome deriva da rocaille, un tipo di decorazione dei giardini basata sull’imitazione di elementi naturali: grotte artificiali con stalattiti e conchiglie, pietre ricercate e rocce con forme bizzarre. Questo stile è basato sull’invenzione decorativa: fantastici motivi floreali realizzati in legno o in stucco dorato si sviluppano in modo libero e sinuoso sulle pareti e sui soffitti dei palazzi, fondendosi con oggetti in maiolica e in lacche pregiate, dove si collocano affreschi e superfici specchianti. Lo stile del Rococò è uno stile di giochi di luci e riflessi, dove ampie finestre illuminano gli interni, mentre grandi specchi donano un gioco straordinario di riflessi che moltiplicano lo splendore degli oggetti circostanti. Gli arredi rivestiti di patine d’oro e di argento, di lacche colorate, di maioliche vivacemente smaltate, e i lampadari in cristallo, vengono esaltati da questo gioco di immagini leggere e fluttuanti. Un esempio straordinario di tutto ciò, si può notare nell’interno del Ca’ Rezzonico di Venezia.

La Reggia di Versailles

La Reggia di Versailles è l’emblema della monarchia assoluta di Luigi XIV di Francia, il Re Sole. Il nucleo originario era un casino di caccia, che ampliato dal 1667, divenne residenza reale e ospitò la corte. Alla ristrutturazione collaborarono gli architetti Louis Le Vau (1612 – 1670) e Jules Hardouine-Mansart (1646 – 1708), oltre a centinaia di pittori e scultori coordinati da Charles Le Brun (1619 – 1690). Gli interni della Reggia presentano decorazioni in affreschi, trofei di bronzo, specchi, stucchi, legni dorati, intarsi policromi: a questi si aggiungono mobili su misura, oggetti d’arredo, tappezzerie e arazzi di elevatissima tecnica e raffinatezza creati dalla fabbrica reale dei Gobelins.
Reggia di Versailles, Sala degli Specchi, Charles Le Brun, 1667-1678.

Il castello è costituito da una serie di elementi armonizzati architettonicamente insieme. Esso si articola su una superficie di 63 154 m², contenenti oltre 2300 oggetti di cui, attualmente, 1000 sono pezzi da museo. Il palazzo che oggi possiamo vedere era in gran parte già completato all'epoca della morte di Luigi XIV nel 1715. Il palazzo aveva la tipica forma a "U" con le ali laterali destinate a corpi logistici dedicati ai ministeri ed agli affari di governo. La facciata dell'originale loggia da caccia è stata conservata nella parte inferiore del complesso centrale, costruita in mattoni rossi e con decori in pietra che fanno da contrasto con la Corte di Marmo, realizzata con marmi bianchi e neri. L'avancorpo centrale è fronteggiato da otto colonne di marmo rosso che sostengono una balconata in ferro battuto smaltato, il tutto sormontato da un timpano con orologio che rimane fermo all'ora della morte di Luigi XIV. Il resto della facciata è completato da colonne e dozzine di busti di imperatori romani. Ispirato all'architettura delle ville italiane ma eseguito in stile classico francese, il fronte verso il giardino è invece noto col nome di enveloppe ed è stato realizzato nel 1661-1678. Spettacolari sono anche gli ampi giardini della Reggia: i giardini alla francese sono opera di André le Notre (1613-1700), e sono caratterizzati da lunghi viali rettilinei che convergono in ampi spazi circolari arricchiti da specchi d’acqua e fontane scenografiche.
Veduta aerea della Reggia di Versailles.

Vista aerea dei giardini della Reggia di Versailles.

La Reggia di Caserta

Attorno alla metà del Settecento, Carlo VII fece costruire una reggia presso Caserta in funzione di residenza del sovrano e della sua corte, nonché sede del governo. Fu costruita su modello di quella di Versailles. L’intervento a partire dal 1751, con l’architetto Luigi Vanvitelli (1700-1773), comprendeva anche un grande parco, un’area abitativa e un acquedotto. Il palazzo presenta un impianto semplice e rigoroso: ha una forma rettangolare con due bracci perpendicolari che delimitano quattro cortili interni. Il viale che proviene dalla parte anteriore della reggia prosegue entro l’edificio in una lunga prospettiva e si congiunge al giardino. Di fronte al palazzo si apre un grande piazzale ellittico, dove domina un grande asse segnato dal viale di accesso. La facciata è uniforme, interrotta soltanto da sporgenze al centro e ai lati, che segnano i punti di innesto dei corpi trasversali. Oltre il palazzo si apre il vastissimo parco, che spinge lo sguardo verso la collina, con fontane e cascatelle. La reggia di Caserta è la testimonianza italiana più importante di un modello basato sulle grandi regge europee. Risulta essere un progetto di grande scala se si pensa che comprendeva: il palazzo del sovrano, le manifatture reali per la lavorazione della seta, un quartiere operaio e un acquedotto. Carlo di Borbone scelse la città di Caserta, che dista 30 chilometri da Napoli, per la bellezza naturale del luogo e per la posizione strategica e anche per rispettare l’usanza dei sovrani, che costruivano le loro residenze fuori dalle capitali. Il palazzo della reggia ha dimensioni grandiose: il sovrano voleva farne un esempio superiore per bellezza e sontuosità, rispetto alle altre regge europee. Presenta un impianto geometrico rigoroso a pianta rettangolare, diviso da due bracci perpendicolari tra loro, che comprendono quattro cortili: al centro, nel punto di incrocio tra i due bracci, si apre il vestibolo ottagonale, fulcro del palazzo, con un grande scalone d’onore.
Luigi Vanvitelli, Scalone d’onore della Reggia di Caserta, 1751.

La reggia ospita oltre 1200 stanze, riccamente decorate in stile Rococò: le facciate della reggia sono regolarmente ripartite con finestre e cornici. Questa sequenza ritmica è interrotta unicamente dai corpi sporgenti in corrispondenza degli ingressi e degli angoli. Dalla reggia si prosegue verso il parco, progettato come prosecuzione ideale del palazzo. Esso si estende per circa 120 ettari di superfice e si divide in due settori principali: il giardino all’italiana occupa la parte più vicina alla residenza, dalla forma rigorosa e geometrica; verso la collina si sviluppa il giardino all’inglese realizzato alla fine del secolo, che seguendo i modelli inglesi, sfrutta sapientemente la conformazione del terreno per creare cascate, laghi, e corsi d’acqua su cui si rispecchiano piccoli templi e ricostruzioni di architetture antiche. Il parco della Reggia si distingue anche per la discesa di una via d’acqua rettilinea dalla collina, composta da sette vasche digradanti che formano altrettante cascate. L’ultima cascata è dominata dal gruppo scultoreo di Venere e Adone. Questo percorso dalla collina al palazzo costituisce un cannocchiale ottico che prosegue visivamente con le vasche d’acqua che collegano la collina alla residenza. 
Vista aerea della Reggia di Caserta.

Reggia di Caserta, vista dalla collina, con le vasche d’acqua.


Articolo di Dario Romano di Arte Divulgata. Per fonti e approfondimenti, il contenuto è tratto dal mio libro L'architettura del Barocco e del Rococò.














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