Dario Romano: Accadde oggi l'ultimo funerale del divino Canova
Giovanni Ceccarini, Ritratto di Antonio Canova seduto mentre abbraccia l'erma fidiaca di Giove, 1820, Palazzo Comunale di Frascati.
Stampa del funerale di Canova a Roma.
Accadeva oggi 31 gennaio, dell'anno 1823, l'ultimo dei tre funerali di Antonio Canova, a Roma. Canova fu l'unico artista in grado di eguagliare, prima, e superare, durante la sua maturità artistica, lo splendore della perfezione dell'arte dell'antica Grecia, considerata la più perfetta, la più aulica, la più pura. Questa è la ragione per cui veniva, già in vita, chiamato il Nuovo Fidia, riuscendo a vincere il confronto col più grande degli scultori antichi e guadagnando, così, il titolo di più grande scultore di ogni tempo. Per capire ciò basti vedere gli aneddoti legati alla Venere Italica, come testimoniato da Foscolo, che ha superato di gran lunga il confronto con la Venere de Medici. Per capire ciò vi è una scultura molto interessante realizzata nel 1820, quando ancora Canova era in vita, da Giovanni Ceccarini. Si tratta del ritratto di Canova seduto mentre abbraccia l'erma fidiaca di Giove. L'atto di abbracciare l'opera fidiaca rende al meglio la capacità di collegare il mondo antico al nuovo mondo moderno, sulla strada della perfezione, di Canova. Quella stessa perfezione iniziata da Fidia, il suo maestro spirituale, Canova la percorre, riuscendo ad eguagliare e superare il maestro: è come se, in quest'opera, Fidia donasse lo scettro, e passasse il testimone, di più grande artista al suo allievo spirituale, e, allo stesso tempo, Canova con dignità e orgoglio raccoglie questo scettro, simboleggiato dall'atto di abbracciare l'opera del maestro. Non è un caso che il più grande scultore di tutti i tempi abbia lavorato per la nobiltà Veneziana, per i Papi a Roma, per gli Asburgo in Austria, per gli inglesi, per gli Zar russi, per Napoleone e perfino per gli americani: tutti volevano sue opere, sue sculture, e l'artista riuscì a guadagnare una fama internazionale mai vista prima, eccettuando Tiziano durante il Cinquecento. Non solo scultore, anche pittore ed architetto: di sua mano è, difatti, il gioiello di architettura neoclassica del Tempio di Possagno, ultima sua opera, lasciato nella sua città natale. Canova fu anche uno straordinario diplomatico: è lui l'eroe che riuscì, incaricato dal Papa per la sua grande ed ineguagliabile abilità diplomatica, a recuperare i furti napoleonici e riportarli in Italia. Canova riusciva a trattare con i grandi e potenti signori dell'epoca e furono 249 le opere riportate nel Belpaese. Da quando egli morì, l'Italia non è più riuscita a riportare indietro le restanti 248. Proprio per la sua fama di più grande scultore di ogni epoca, di più grande maestro neoclassico, di grande e abile diplomatico e cultore dell'arte, Papa Pio VII decide di nominarlo presidente della commissione pontificia per le
Belle Arti. Il compito del Nuovo Fidia è quello di valutare tutte le opere d’arte
che gli scavi portano alla luce, approvando o meno eventuali vendite ed
esportazioni, facendo dello scultore il primo sovrintendente della storia:
questo è un momento chiave della storia dell’arte, su cui si baseranno tutte le
leggi successive della conservazione del patrimonio artistico-culturale. Questo ruolo, contribuisce ancora di più a rendere
la sua bottega di Roma il punto di riferimento per il Grand Tour ottocentesco. Canova fu nominato anche il direttore dei Musei Vaticani, dunque è facile capire la sua importanza, non solo di artista, ma di personaggio di spicco dell'Ottocento. Nessun artista, eccettuando Tiziano nel Rinascimento, ebbe un'importanza paragonabile ai grandi e potenti signori dell'epoca e la sua importanza è testimoniata anche nelle tre celebrazioni funebri in suo onore. La tanto amata professione di scultore fu anche quella che si rivelò fatale per la sua salute, ma si può dire che Canova morì amando ciò che faceva: afflitto dalla
dissenteria e dalle croniche e gravi condizioni di debolezze di stomaco causate
dalla sua professione di scultore e iniziate già quando scolpì il Monumento a papa
Clemente XIII, Canova avvertì un forte tracollo fisico già nelle sue ultime
commissioni. Si ritirò a Possagno il 7 settembre 1822, nella speranza di trarne
giovamento e riprendersi, ma tuttavia il genio più grande che la scultura abbia
mai conosciuto morì a Venezia, il 18 Ottobre 1822, nella casa dell’amico
Florian, vicino piazza san Marco. Il Nuovo
Fidia ebbe tre funerali: il primo si svolse a Possagno il 25 Ottobre, dove vi
fu l’adorazione funebre tenuta dal vescovo di Ceneda, mentre il secondo
funerale fu svolto a Venezia. Il terzo ed ultimo funeralo venne eseguito nella
sua Roma, dove la città capitolina celebrò il suo grandissimo sommo artista in
una commovente commemorazione funebre, tenutasi il 31 Gennaio 1823, dove una
gremita folla di personaggi illustri diede addio al genio
più grande della scultura di ogni tempo, nella chiesa dei Santissimi Apostoli.
Tra questi vi fu anche Leopardi, oltre che il Senato di Roma, che espresse la
sua compiacenza per aver salutato il “Gran Canova” come lui stesso ricorda. Il cuore
dell’artista fu sepolto alla Basilica dei Frari, nel monumento in origine progettato
per il Tiziano. Il corpo è
sepolto nel tempio da lui stesso ideato a Possagno, nella sua città natale. La mano è invece custodita alle Gallerie dell'Accademia di Venezia. Il fatto
che ebbe tre funerali ed il fatto che il suo corpo fu oggetto di dispute e smembramento tra
Roma, Venezia e Possagno, proprio come accadeva per i Santi, ci fa capire come
pur non avendo fatto miracoli, se non quelli artistici, Canova fu una persona
troppo importante, un genio universale, l’artista più grande di tutti i
tempi che l’arte italiana abbia mai prodotto. D'altronde come disse Lord Byron «ciò che la natura avrebbe potuto ma non volle fare, Bellezza e Canova possono con l'immortalità della sua dote!».
Articolo di Dario Romano di Arte Divulgata. Estratto dai miei libri Antonio Canova: Il Divino scultore e il Regno della perfezione ideale e Antonio Canova: Diplomatico e Sovrintendente: Il Genio Universale: non solo scultore, pittore ed architetto.
Riuscire a trasformare un elemento duro come il marmo in una cosa piena di vita armonia bellezza......GRANDE CANOVA!!!!
RispondiEliminaGenio unico!!!! grande non esistono +++ di questa bravura
RispondiEliminada sempre ....IL MIGLIORE!!
RispondiEliminaArtista meraviglioso.
RispondiEliminaQuesti sono i veri scultori, ce ne fossero ancora
RispondiEliminaUn grande genio del passato!! Opere irripetibili le sue!!
RispondiEliminaIneguagliabile. Era semplicemente unico.
RispondiEliminaInutile commentare...è Canova!
RispondiEliminaChe meraviglia Canova
RispondiEliminaIl mio scultore preferito
RispondiEliminaSENZA PAROLE!!!
RispondiEliminaIl migliore 🌹
RispondiEliminaLe sue opere sono poesie trasformate in marmo MERAVIGLIOSE
RispondiEliminaUnico al mondo
RispondiEliminaIl genio della bellezza
RispondiEliminaVanto Veneto!!!
RispondiEliminaCe ne fossero di uomini così, era meraviglioso il Canova!
RispondiEliminaGrazie Romano, chapeau bas! 🏵️
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