Dario Romano: L'arte del Romanticismo

 

Francesco Hayez, il Bacio, Pinacoteca di Brera, Milano, 1859.


Il Romanticismo

Il movimento Romantico iniziò a svilupparsi tra la fine del XVIII e la prima metà del XIX secolo, investendo tutti gli ambiti: filosofia, letteratura, arti visive. Questo movimento interpretò tutti i grandi mutamenti dell'Ottocento e reazionò al Neoclassicismo, negando la superiorità dei modelli classici greci e romani, lasciando spazio alla libera creatività individuale. Tra i temi trattati del Romanticismo vi sono: il recupero della storia e dell'identità nazionale, interpretando l'esigenza di indipendenza e denunciando le ingiustizie sociali; l'esaltazione dei sentimenti e dei valori religiosi, con una grande attenzione per il periodo Medievale; la grande importanza riservata al rapporto tra uomo e natura, con grande senso di mistero, grandiosità; l'importanza per il concetto di sublime: la natura è l'ambiente ideale in cui l'uomo riflette sulla sua condizione, evocando sentimenti di solitudine, malinconia, nostalgia, lontananza, paura e fragilità. L'ottocento è segnato da importanti avvenimenti politici, legato in primis dall'ascesa di Napoleone e al contempo, in pochi anni, alla sua caduta. Il Congresso di Vienna del 1815 segna il potere dei vecchi regimi monarchici: in questo contesto gli artisti ricercano nuovi spazi e nuove idee, affermando il principio della libera creatività individuale. Questa è la ragione principale per cui il Romanticismo assume, nei singoli paesi europei, caratteri e temi diversi: il rapporto tra uomo e natura in Germania ed Inghilterra, il rapporto tra uomo e storia in Italia e Francia, il misticismo ed il sogno in Inghilterra.

Caratteristiche degli artisti romantici

Gli artisti rappresentano la natura nei suoi aspetti più enigmatici, misteriosi e spesso drammaticamente intensi. Si tratta di una natura grandiosa ed immensa, che suscita la fragilità umana. Spesso vi sono sfumature sognanti, di visione o di incubo ed attraverso l'immaginazione l'artista sonda spazi nella mente incomprensibili per la ragione. Il sentimento prende il sopravvento sulla ragione e prende forma nelle sue più varie forme psicologiche. Ogni artista esprime un proprio linguaggio personale e i pittori più rappresentativi sono stati: Constable e Turner in Inghilterra, Delacroix e Géricault in Francia, Goya in Spagna, Hayez in Italia e Caspar David Friedrich in Germania. Tutti questi artisti, attraverso il loro personale linguaggio, esprimono le emozioni più profonde dell'animo umano: fantasia, sogni, paure, incubi. Gli artisti si distaccano dalla perfezione formale del Neoclassicismo, ed in cambio tendono ad enfatizzare la potenza della natura, il mistero dell'esistenza ed il fascino della visione.

Romanticismo tedesco

Il principale esponente del Romanticismo tedesco fu Caspar David Friedrich, noto per i suoi dipinti in cui la natura appare con un aspetto tragico e potente. Del resto il paesaggio è uno dei soggetti più gettonati del Romanticismo, con il rapporto tra uomo e natura ben messo in evidenza. Nei quadri di Caspar David Friedrich i personaggi sono piccoli: in questo modo egli vuole rappresentare la piccolezza dell'uomo dinanzi alla grandiosità della natura. Friedrich è anche affascinato dalle rovine solitarie, dalle atmosfere nebbiose e dagli alberi spogli e contorti. L'artista è stato uno dei più grandi interpreti della poetica del sublime. Con questo termine si indica l'emozione dinanzi ad un evento che l'uomo non riesce a spiegare, ma che lo avvince, suscitandogli attrazione ed al contempo malinconia. Friedrich è nato in una cittadina del nord della Germania, sulla costa del mar Baltico: in molti suoi dipinti vengono rappresentati i paesaggi della sua infanzia, ovvero quelli misteriosi del nord, con il mare cupo e profondo e le scogliere e gli orizzonti immensi. Non a caso i dipinti di Friedrich esaltano la solitudine che colpisce l'uomo dinanzi la natura. Questo è l'esempio del Viandante sul mare di nebbia, in cui un uomo, in primo piano di spalle, osserva un ampio paesaggio montuoso dalla cima di una roccia. Non è l'uomo il protagonista: il nostro sguardo si sposta immediatamente, andando oltre e vagando tra le rocce immerse nella nebbia, per poi dissolversi nell'orizzonte infinito. Quest'uomo è giunto così in alto dopo aver praticato un percorso duro ed in solitaria, ed ha il compito di guidarci nella contemplazione di una natura misteriosa e sacra. L'uomo è raffigurato piccolo rispetto alle dimensioni del paesaggio: Friedrich vuole mettere in evidenza l'idea della fragilità umana dinanzi al mistero della creazione. La natura è colta in momenti di particolare intensità talmente forti da suscitare meraviglia di fronte alla sua bellezza: il paesaggio diviene manifestazione del sacro, che l'uomo non può comprendere, ma solo contemplare. Ma quali sono questi momenti di particolare intensità del paesaggio? Non è altro che quello che vediamo: tutto è avvolto da una fitta nebbia e si distinguono alcune rocce e pochi alberi in lontananza, mentre la montagna sullo sfondo, in lontananza, evoca una meravigliosa sensazione di profondità che rende l'idea di un grande paesaggio sconfinato. Inoltre la luce del sole basso sull'orizzonte e la presenza della nebbia, ci fanno pensare che si tratti di un'alba o di un tramonto. Un'altra opera iconica di David è quella del Mare di ghiaccio: enormi lastre di ghiaccio sono bloccate nella morsa del mare gelato del Polo Nord. Esse sono state spinte verso l'alto, quasi come fosse un possente monumento al cielo. Tutto è fermo ed immobile, lo scenario appare inospitale, il cielo è grigio, saturo di nebbia e appare come ghiacciato, dandoci l'idea del freddo. A destra, intrappolato tra i ghiacci, si possono notare i relitti di una nave. Le sue dimensioni sono piccole rispetto al paesaggio e alla grandiosità del contesto: le lastre di ghiaccio sono rappresentate secondo diagonali diverse in maniera tale da far girovagare il nostro sguardo, che raggiunge il culmine nel movimento a spirale verso il centro. In questo dipinto, Friedrich rappresenta la lotta tra la natura e l'uomo che è sempre destinato a fallire. L'opera è anche conosciuta con il titolo di Naufragio della speranza, che rivela un secondo significato, di tipo politico, riferito alla fine delle speranze tedesche dopo la Restaurazione. 
Caspar David Friedrich, Il viandante sul mare di nebbia, 1818, Kunsthalle, Amburgo.
Caspar David Friedrich, Il mare di ghiaccio, 1824, Kunsthalle, Amburgo.


Romanticismo spagnolo

In Spagna è Francisco Goya l'artista più rappresentativo del periodo. Tuttavia è difficile collocare Goya in un movimento ben definito. Nella prima fase della sua carriera produce opere decorative di stampo Neoclassico. Nella seconda fase della sua carriera esprime un'arte più creativa ed originale, riflettendo il convulso periodo storico in cui vive. A seguito di una malattia, Goya ha una crisi spirituale che modificherà la sua visione artistica, passando a una concezione drammatica e pessimistica dell'esistenza espressa nella serie di incisioni dei Capricci e dei Disastri della guerra. Il culmine del dramma lo si raggiunge nel periodo post Restaurazione, in cui l'artista, ritirato in solitudine, lascia sulle pareti di casa la celebre serie delle Pitture Nere. Goya inizia presto a manifestare la sua attenzione verso gli aspetti più veri dell'uomo ed è proprio questa la caratteristica che lo differenzia dai suoi contemporanei, per cui risulta difficile collocarlo in un movimento artistico ben definito. Anche in qualità di pittore ufficiale di corte, egli dipinge con l'obiettivo di risvegliare le coscienze del proprio dovere civile, di mostrare le ingiustizie e gli orrori della guerra e di affermare i principi di libertà. In una Spagna segnata da ingiustizie sociali, Goya denuncia il potere, l'ignoranza e la superstizione popolare, che lasciano gli uomini nel "buio della mente". La sordità, che lo colpirà, renderà Goya chiuso in una dimensione di pessimismo cupo e lo porterà ad osservare in modo ancora più impietoso il mondo che lo circonda. A questa fase appartiene un'opera fondamentale come quella del 3 maggio 1808. Cosa ci racconta quest'ultima opera? Il 2 maggio 1808 le truppe napoleoniche invadono la Spagna, dando il via ad una fase tragica e drammatica per il paese. La popolazione insorge e la repressione dell'esercito francese è durissima e l'opera si pone come testimonianza principale di questo avvenimento: Gioacchino Murat diede l'ordine di catturare e fucilare tutti i popolani ed i contadini che si trovavano nelle strade di Madrid, per essersi ribellati all'esercito napoleonico. Per ricordare questi tragici eventi, Goya si impegna in questa grande tela ed attraverso l'impostazione diagonale attira, con forza, l'attenzione dello spettatore. Goya non esalta l'eroismo degli insorti, bensì esprime l'orrore per la guerra, la paura e dunque la fragilità dell'uomo. Goya decide di non mostrare il coraggio dei patrioti, ma la loro ingiusta sconfitta. L'artista non esalta il mito dell'eroe, ma decide di mostrare i sentimenti estremi dell'uomo posto davanti alla violenza e alla morte: noi percepiamo la loro paura, la loro implorazione e la loro rassegnazione. A sinistra vediamo gli insorti, illuminati e con i volti visibili nelle loro molteplici espressioni: la camicia candida attira l'attenzione sul giovane con le braccia alzate ed è un gesto che ricorda la croce e, dunque, simbolo di martirio. La citta buia e lontana produce una sensazione di macabra solitudine, accentuata anche dalla tecnica pittorica sgranata che ricorda il Tiziano anziano: il colore è ricco di contrasti cromatici forti e l'opposizione tra luce e ombra accentua la drammaticità dell'evento. A destra sono ritratti i soldati francesi in ombra ed è come se Goya non abbia voluto dare un volto ai carnefici, ritratti di spalle. Questo plotone di esecuzione è disposto in modo ordinato ed i fucili che si dirigono verso i condannati suggeriscono l'idea di una forza terribile contro la quale è impossibile opporsi. I condannati sono raggruppati in modo disordinato ed esprimono tutto l'orrore che caratterizza la fragilità dell'uomo e la paura: nei loro volti non si coglie eroismo ma solo paura e rassegnazione. 
Goya, 3 maggio del 1808, Museo del Prado, Madrid, 1814.


Romanticismo inglese

Il Romanticismo inglese ha due protagonisti indiscussi: John Constable e William Turner: il primo esplorò il tema del paesaggio in armonia con l’uomo e che fu molto apprezzato in Francia; Turner sperimentò la luce e il colore in opere spesso discusse e criticate, quasi astratte, con nebbia, nuvole e tempeste che si dissolvono nel colore. Nell’opera del Mulino di Flatford di Constable, la scena, che ritrae un paesaggio verdeggiante del Suffolk, è studiata nei minimi dettagli e la descrizione minuta dei vari elementi arricchisce la composizione, resa ancor più coinvolgente da un’accurata precisione del tratto: quasi in una fotografia di un tempo passato, ricordando il Canaletto. La visione è centrale, impostata sulla linea ricurva della sponda del fiume. Il paesaggio è rappresentato su più piani: - in primo piano emerge la figura di un ragazzo intento a liberare una delle corde attaccate al cavallo da traino, mentre un altro fa girare l’imbarcazione con un lungo palo, per permettere il passaggio attraverso la chiusa e, sulla destra, un ruscello con un grande albero; -il piano centrale rivela, allo spettatore, svariati dettagli come fiori, alberi, covoni di fieno, sino alle fattorie che restano sullo sfondo a delimitare la linea dell’orizzonte, creando la profondità dello spazio. Nell’opera del Campo Vaccino, Turner rappresenta Roma attraverso un velo lieve e soffuso, come se viaggiasse a ritroso nella memoria. Si distinguono sullo sfondo alcune chiese barocche e monumenti antichi come il Colosseo, che sembrano dissolversi nella luce. In basso a sinistra si notano figure femminili, alcune in atteggiamento giocoso, mentre a destra sono visibili delle caprette al pascolo. I colori tenui e delicati dello sfondo si presentano a un gioco di luci cangianti, in contrasto con i colori più accesi e marcati del primo piano. Le pennellate appaiono veloci, derivate dal Tiziano anziano, indeterminate e sembrano un preludio dell’Impressionismo. La stesura dei colori per successive velature, anch’essa derivata dai grandi ed influenti maestri veneti, rende, invece, la dolcezza pacata della scena. Gli abitanti della città sono intenti alle loro attività quotidiane, mentre la vita di tutti i giorni continua anche tra le memorie di un passato glorioso. Turner rappresenta uno scorcio di Roma, con antiche rovine descritte sommariamente ed i personaggi solo abbozzati. John Heinrich Fusseli nacque nel 1741 in Svizzera, a Zurigo e anticipa i temi e lo stile dei romantici. La sua attività si svolse in Inghilterra, dove giunse nel 1764, tanto da essere considerato uno dei principali esponenti del Romanticismo inglese. La classicità è spesso presente nelle sue opere, ma diviene fonte di ispirazione per composizioni ambientate in atmosfere magiche e misteriose, spesso inquietanti, che trattano i temi della visione, della follia e della morte. Nella sua opera “l’Incubo” per la prima volta la pittura cerca di rappresentare l’inconscio, dunque una componente della sensibilità umana non controllabile attraverso la ragione. L’artista è come se volesse materializzare un sogno, ricreandone le atmosfere avvolgenti e, come talvolta accade, paurose. L’opera è una delle prime espressioni del sublime, uno dei concetti tanto amati dai Romantici: sublime è tutto ciò che suscita attrazione e paura, desiderio e inquietudine, e che la nostra mente non è in grado di comprendere o spiegare. Nel dipinto si vede una giovane donna immersa in un sonno agitato e l’ambientazione è cupa: sullo sfondo, una pesante tenda toglie profondità alla stanza, ma fa intuire uno spazio buio nascosto. Sul petto della donna è appollaiata una creatura dai tratti tozzi e pesanti, tanto che sembra impedirle il respiro: è un coboldo, folletto buono della mitologia nordica, che qui assume tratti paurosi. Una giumenta dagli occhi lucenti e spalancati entra al galoppo: si tratta della materializzazione dell’incubo che travolge con ritmo incalzante il sonno della fanciulla. La tecnica pittorica di Fusseli è diversa da quella degli artisti neoclassici: i contorni sono sgranati, l’atmosfera densa, la luminosità della donna distesa appare eccessiva ed irreale.
John Constable, Il mulino di Flatford, 1816, Tate Gallery, Londra.

William Turner, Campo Vaccino, Getty Museum di Los Angeles, 1839.

Fusseli, L'incubo, 1781, Instituto di Arti di Detroit.

Romanticismo francese

Nel Romanticismo francese sono due i pittori ad essersi distinti: Géricault e Delacroix. La carriera artistica di Géricault si estende in soli 15 anni, in quando inizia a dipingere solo dopo aver completato gli studi ed in seguito ha influito anche una brutta caduta da cavallo che gli costò l’uso delle gambe. I soggetti da lui preferiti sono appunto i cavalli, ma anche la figura umana: lasciò, difatti, molti studi anatomici e parecchi ritratti. Le sue opere sono caratterizzate da impeto e forte movimento compositivo, a prescindere dai temi trattati. Il Romanticismo francese si caratterizza per l’interesse verso i temi storici e verso gli eventi contemporanei. Gli artisti celebrano dapprima la Rivoluzione francese, quindi le gesta napoleoniche. La caduta di Napoleone e la conseguente Restaurazione, però, impongono uno sguardo meno celebrativo sugli eventi, come avviene nella pittura di Géricault. L’opera più iconica di questo pittore è il capolavoro della Zattera della Medusa. L’artista ha dipinto opere ispirate dalla storia e dalla cronaca del suo tempo e questo quadro raffigura un tragico episodio realmente accaduto: il naufragio, avvenuto nel 1816, della nave Medusa nell’Oceano Indiano, al largo delle coste africane. Si salvarono solamente 15 naufraghi rimasti alla deriva su una zattera per parecchi giorni. Géricault scelse come soggetto il momento in cui i superstiti avvistano una nave all’orizzonte, che però non li intercetta e si allontana. L’episodio suscitò viva emozione in Francia e il quadro, esposto al Salon nel 1819, scatenò forti proteste per la durezza con cui era rappresentato l’avvenimento. Potremmo dare due interpretazioni a quest’opera: -da un lato essa mostra una natura grande e ostile, cui l’uomo non può opporre altro che la sua volontà di sopravvivenza; -dall’altro lato, però, la zattera rappresenta la deriva della Francia dopo la sconfitta degli ideali rivoluzionari. La scena è costruita sul contrasto: -tra i corpi dei sopravvissuti che si spingono verso l’alto; -e la zattera, proiettata dalla forza del mare verso l’osservatore. Le figure compongono due piramidi: -una ha come vertice la vela della zattera; -l’altra ha come vertice la testa del naufrago che fa sventolare il drappo rosso. Le fonti di luce sono due: -la prima, da sinistra, determina un forte chiaroscuro, che accentua la drammaticità della scena; -la seconda, all’orizzonte, fa spiccare le figure in controluce. Quello che vediamo nel dipinto è un gruppo di persone su una zattera in balia delle onde, la luce è radente e sembra creare bagliori di tempesta all’orizzonte. Dominano i toni cupi e terrosi, stesi a rapide pennellate che ricordano il Tiziano anziano ed il Tintoretto. La presenza del chiaroscuro enfatizza la tragicità della scena: questa scelta cromatica fa aumentare il senso dell’orrore, in quanto evidenzia il grigiore del mare in burrasca ed il pallore dei corpi senza vita. Linee variamente direzionate e gli ampi gesti dei naufraghi determinano una impressione di movimento concitato e drammatico. I corpi sono modellati con perfezione anatomica e forza plastica: le figure dei vivi non sono viste come corpi affaticati dagli stenti, ma appaiono più come corpi che vogliono lottare per sopravvivere all’evento tragico. Delacroix è un artista emblematico del Romanticismo, ha vissuto con intensità le esperienze del proprio tempo secondo il principio romantico per cui arte e vita si confondono. Ricrea, in tono romantico, la cultura figurativa classica, unendo la descrizione degli eventi storici ad una profonda tensione ideale ed emotiva. Ha viaggiato in molti paesi d’Europa e, nel 1832, in Nordafrica, poco dopo la conquista francese dell’Algeria. Affascinato dalle atmosfere esotiche di quei luoghi, trasformerà il suo linguaggio attraverso un tocco sempre più libero, nella ricerca di una pittura capace di evocare la fusione di colore, luce, profumi e suoni. Predilige i grandi maestri veneti come Giorgione, Tiziano, che definirà come il pittore con le qualità più grandi, nonché il più grande colorista e disegnatore, e soprattutto Paolo Veronese di cui dirà “devo tutto a Paolo Veronese”. Da questi grandi artisti, Delacroix prende, non solo il fascino per il colore, ma anche un gusto particolare per la bellezza classica ed il naturalismo. Il capolavoro più celebre dell’artista è La libertà che guida il popolo. Nel mese di luglio del 1830, il popolo di Parigi insorse contro il regime assolutistico di Carlo X, re di Francia, che aveva sciolto il parlamento e negato la libertà di stampa. Delacroix dipinse la tela subito dopo gli eventi, facendone il simbolo degli ideali repubblicani e venne criticato dai contemporanei per la rappresentazione dura e realistica dei cadaveri in primo piano. La Cattedrale di Notre Dame, simbolo di Parigi, spicca sullo sfondo, oltre le barricate. Sono raffigurati esponenti di tutte le classi sociali: militari, borghesi, proletari. Il personaggio a sinistra, con cappello a cilindro e fucile, è un autoritratto di Delacroix, testimone della partecipazione degli intellettuali alla lotta per la libertà. Quest’opera è realistica ed allo stesso tempo allegorica, come dimostra la presenza della figura femminile, personificazione della Francia (e qui Delacroix emula il suo pittore preferito Paolo Veronese nelle sue personificazioni di Venezia) in lotta per i propri valori civili, personificazione della Libertà, uno degli ideali della nazione francese dopo la Rivoluzione. La figura ha il seno nudo, richiamando il modello classico della Nike, la dea della vittoria, e porta il berretto frigio, simbolo dei rivoluzionari. I personaggi al centro sono disposti lungo il piano verticale, formando una sorta di cuneo verso l’alto: un segno di vittoria e di affermazione della Libertà personificata, la cui mano, culminante nella bandiera, è il vertice estremo della forma piramidale, mentre il moto dei rivoltosi porta verso il primo piano, cioè verso il futuro. Il forte dinamismo è in parte attenuato dai corpi caduti, stesi ai piedi della Libertà. Molte delle tinte del quadro sono schiarite e desaturate, a sinistra una moltitudine quasi monocroma, fatta di combattenti armati. Il quadro è stato anche la copertina ufficiale dell’album Viva la Vida della rock band inglese Coldplay, nonché nella banconota da 100 franchi.

Géricault, La zattera della medusa, 1819, Museo del Louvre, Parigi.

Delacroix, La libertà che guida il popolo, 1830, Museo del Louvre, Parigi.

Romanticismo italiano

In Italia il principale artista del movimento Romantico fu il Veneziano Francesco Hayez. Con lui, Venezia si conferma la capitale dell’arte fin dai tempi del Rinascimento. Nato nella città lagunare nel 1791, è proprio qui che frequenta i corsi all’Accademia, dove vince un concorso che gli da l’opportunità di frequentare lo studio di Canova, il più grande mastro del mondo. Ben presto Canova diventa il suo maestro e protettore e decide di lanciarlo nel mondo dell’arte, parlando un gran bene di lui. Nei suoi dipinti, Hayez infonde una carica sentimentale che esalta le aspirazioni risorgimentali alla libertà e all’identità nazionale e celebra l’esempio di valori civili riferiti al presente. Dal punto di vista formale, però, i quadri storici presentano atmosfere artificiali: gli eventi rappresentati sembrano svolgersi su un palcoscenico, perdendo vigore espressivo. Con Hayez, il Romanticismo in Italia ha assunto caratteri diversi rispetto agli altri paesi europei. Mentre gli artisti tedeschi e francesi si ispiravano al Medioevo, l’Italia è sempre rimasta legata alle proprie radici classiche. La penisola era ancora frammentata in molti stati regionali, in buona parte controllati da potenze straniere: mancava, dunque, quell’idea di nazione che aveva rappresentato uno stimolo importante per gli intellettuali di quegli anni. Hayez ha parlato della realtà del suo tempo attraverso la pittura di storia. Le sue, però, non sono ricostruzioni fine a se stesse, ma un modo indiretto per partecipare alla causa del Risorgimento. Attraverso soggetti tratti dal passato, sempre caratterizzati da una carica sentimentale, egli esprime il desiderio di libertà dal dominio austriaco. Il gruppo di opere che gli valse la simpatia dei patrioti del Risorgimento, è quello di carattere storico. In questi dipinti Hayez traspone una carica emotiva che esalta gli ideali di libertà dallo straniero e di unità politica e culturale della Nazione. In questa prospettiva i protagonisti delle sue opere sono modelli eroici e testimoni delle aspirazioni risorgimentali. La più celebre delle opere di Hayez, nonché uno dei capolavori più celebrati nel mondo dell’arte, è sicuramente il Bacio. Il dipinto raffigura due giovani innamorati intenti a scambiarsi un bacio appassionato. La scena è piena di intensità emotiva, che traspare dalla gestualità dei protagonisti e dalla scelta cromatica, tipicamente Veneta, dell’artista. L’ambientazione è suggestiva e misteriosa, con una luce soffusa calda che illumina i volti dei due amanti, con l’ambiente circostante in penombra, creando un contrasto tra la loro intimità ed il mistero che li circonda. Il dipinto potrebbe rappresentare l’amore e la passione che sfida le condizioni sociali dell’epoca. Rappresenta anche un’ode alla libertà ed una ribellioni contro le restrizioni imposte dalla società: è un’aspirazione alla libertà della stessa Italia, con la figura femminile che simboleggia la patria oppressa ed il giovane che simboleggia l’intelletto che cerca di liberarla. La donna ha un vestito azzurro, mentre l’uomo una calzamaglia di un vivace rosso: i due colori ricordano il tricolore della Francia, nazione che dopo gli accordi di Plombières del 1858, divenne alleata dell’Italia. Hayez, il maggior artista romantico italiano, con quest’opera conferma il primato della scuola della pittura Veneta e Veneziana, la più influente ed importante fin dai tempi del Rinascimento. Il significato del dipinto, dunque, va ben oltre l’apparente filone sentimentale e letterario tanto di moda nell’Ottocento. L’ambientazione si svolge in un castello ed i costumi dei due giovani fanno pensare al tardo Medioevo, così come il muro in pietre squadrate e l’elegante portale sulla sinistra. La fanciulla porta i capelli sciolti e ciò non rispetta le consuetudini medievali, ma serve a sottolineare l’aspetto sentimentale della scena. I tessuti sono resi con tale finezza da far percepire la consistenza e il fruscìo del raso, proprio come faceva Tiziano nel ‘500. Il giovane ha il volto in ombra, come fosse un cospiratore; il suo piede sinistro è sul gradino, come stesse per fuggire. Sul fondo si muovono ombre sinistre; per questi motivi, l’opera è stata letta come l’addio di un patriota all’amata. Il bacio venne commissionato privatamente dal conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto che gli incaricò di trasportare in pittura le speranze associate all’alleanza tra la Francia ed il Regno di Sardegna. Fu terminato nel 1859 e presentato a Brera il 9 settembre dello stesso anno con il titolo “Il Bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV”. Tuttavia solo nel 1886, un anno prima della sua morte, il conte destinò la tela alla Pinacoteca di Brera, dov’è tutt’ora conservata a Milano. Hayez realizzerà anche altre tre versioni del dipinto con piccole variazioni.

Francesco Hayez, il Bacio, 1859, Pinacoteca di Brera, Milano.




Articolo di Dario Romano. Per fonti e approfondimenti, il contenuto è tratto dal mio libro L'arte dell'Ottocento: Romanticismo, Impressionismo, Post-Impressionismo, Preraffaelliti, Realismo.









Commenti

  1. Chiarezza di scrittura e facilità di comprensione del contenuto caratterizzano i tuoi articoli, e questo sul Romanticismo è superlativo. È un piacere seguirti, grazie per ciò che insegni con passione, l'arte raccontata da te l'ascolterei per ore. 👏🏻

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  2. Grandioso come sempre nei tuoi articoli. Romanticismo spiegato alla perfezione ed opere bellissime, sublimi per rimanere in tema!

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  3. Perfetto, lei è nato per raccontarci l'arte, grazie infinite per tutta la spiegazione esaustiva😍

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  4. Fantastico, che meraviglia questa spiegazione!

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  5. Molto chiara e interessante la lettura e la spiegazione dei dipinti, grazie.

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  6. Maria Gabriella Bergamini31 ottobre 2023 alle ore 11:57

    Perfetto come al solito...non mi stanco mai di leggere le tue analisi sull'arte, grazie per divulgare con tutti la tua grande competenza e conoscenza!!

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  7. Impeccabile spiegazione di questo speciale ed espressivo momento artistico

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  8. Complimenti, sempre chiarissimo e bravissimo nelle spiegazioni. In pochi minuti di lettura mi hai fatto capire bene l'arte romantica, sei un genio.

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  9. Sapiente, competente e bravissimo come sempre professore, Romanticismo artistico spiegato alla perfezione! 👍🏻

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  10. Rapita dalla descrizione perfetta... ❤️

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  11. Spiegazione perfetta, chiara e di facile comprensione, opere meravigliose!

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