Dario Romano: Il San Rocco più bello dell'arte con Tintoretto
Tintoretto, San Rocco in Gloria, 1564, Scuola Grande di San Rocco, Venezia.
Nel mondo dell'arte, nessun artista più di Tintoretto ha esaltato la figura di San Rocco, essendo stato il pittore ufficiale della confraternita della Scuola Grande di San Rocco di Venezia. Ma come ottenne Tintoretto tale incarico? Lo si deve grazie al suo genio un po' carismatico, un po' ribelle, ma conscio delle proprie capacità stupefacenti di artista, in grado di tenere testa a Tiziano, il miglior artista del tempo, ed a Veronese, il principale rivale più giovane. si bandì un concorso aperto ai pittori, in cui si
richiedeva il disegno di un’opera da collocare nel soffitto di una delle sale
della Scuola; il Tintoretto, andando oltre le regole, una notte prese le misure
esatte del soffitto in cui l’opera doveva essere collocata e quella stessa
notte realizzò l’opera finita, collocandola nello spazio prescelto. La reazione
dei confratelli fu furiosa, poiché avevano chiesto un disegno da presentare e
non l’opera finita collocata: Tintoretto rispose che quello era il suo modo di
disegnare e donò l’opera. Trattandosi di un dono, la confraternita per legge
non poteva rifiutare e dovette tenere l’opera, eleggendo il Tintoretto ad
artista ufficiale della confraternita, suscitando il malcontento dei pittori. La
collaborazione tra la confraternita e l’artista sarebbe durata poi oltre 30
anni, dove l’artista realizzò oltre 60 dipinti che ancora oggi decorano l’ambiente,
noto per essere diventato la “cappella sistina” di Venezia e del Tintoretto. L’ingegno del Tintoretto era quindi anche quello di
battere le concorrenze, pur andando oltre le regole, arrivando a dipingere
gratis o anche arrivando ad abbassare i prezzi rispetto ai rivali. Ciò si univa
anche al fatto che il prodigioso artista era rapidissimo nel realizzare le
opere, come fu in questo caso, e questo risultava un vantaggio nell’aggiudicarsi
le commissioni. Da ciò si evince come il Tintoretto dipingesse per il piacere
di farlo, per la fama di mostrare e far conoscere le sue abilità, riuscendo a
sconfiggere le forze esterne che volevano impedirglielo. Tutto questo dimostra
il grande carattere forte dell’artista che verrà soprannominato il “ribelle” e
il “furioso”, carattere che si rispecchierà anche nelle furiose ed energiche pennellate
dei suoi dipinti. Tintoretto non ha paura di nulla, nemmeno della peste che in
quel tempo incombeva su Venezia: l’ha vissuta, la conosce e l’ha anche dipinta
in uno dei suoi quadri più celebri: San Rocco risana gli appestati, per la Chiesa di San Rocco di Venezia.
Tintoretto, San Rocco risana gli appestati, 1549, Chiesa di San Rocco, Venezia.
Già da questo dipinto si
avvertiva quello che fu lo stile tipico del Tintoretto, vero innovatore di importanti
tecniche pittoriche. Il gusto per composizioni artificiose e reali, il gusto
per la profondità prospettica, il gusto per il continuo movimento come una
scena teatrale, il gusto per gli straordinari effetti di luci che partono dal
buio, il gusto per le torsioni e il vigore dinamismo, rappresentano solo alcune
delle caratteristiche innovatrici del Tintoretto. Quella stessa peste che
dipinse, rappresentava per i Veneziani il culto e la devozione verso san Rocco,
il protettore della pestilenza. La Scuola Grande di San Rocco dovrà decorare le
proprie sale e perciò per un pittore rappresenta un palcoscenico importante di
grandissima visibilità. Tintoretto vuole essere quel pittore, anche perché crede
nei valori che la Confraternita sostiene e vive concretamente. Nell’archivio
della Scuola Grande di San Rocco si conserva ancora il libro delle parti,
ovvero il registro che documenta le attività della Scuola. Nelle pagine del
1564 è documentato il concorso per dipingere l’ovato del soffitto della sala
dell’albergo. Invitarono a partecipare tutti i grandi pittori del tempo incluso
Veronese e Tintoretto sapeva di non essere il favorito e pensava che la maggioranza
fosse contro di lui. Aveva ragione. L’ostilità verso Tintoretto è documentata
nel registro, e nella Scuola c’era addirittura un confratello importante,
ovvero Gianmaria Zignoni che ha offerto 15 ducati di tasca sua purché il
pittore prescelto non fosse Tintoretto. L’artista fa in modo che il concorso
non avvenga mai: grazie a un amico all’interno della Scuola, riesce ad ottenere
le esatte dimensioni dello spazio ovale del soffitto, quindi invece di
realizzare un disegno preparatorio come era stato richiesto, Tintoretto dipinge
la tela completa: il San Rocco in Gloria. Ha
completamente infranto scandalosamente le regole, imbrogliando per aggiudicarsi
la commissione, ma questo è Tintoretto: Il Grande Ribelle. Nessun pittore aveva
infranto così sfacciatamente le regole del gioco e l’episodio divenne
leggendario, Tintoretto si guadagnò per sempre la fama del ribelle, ma ottenne ciò
che voleva e fu incaricato di dipingere tutte le altre tele del soffitto completamente
a sue spese. Tintoretto però non voleva dipingere solo per la Scuola, voleva
farne parte come confratello. La sua domanda inizialmente non fu accettata. Per
lui era molto importante diventare membro e confratello della Scuola per merito
e presenta un’altra domanda d’ammissione. La domanda viene messa ai voti e l’artista
riceve 85 voti favorevoli e 19 contrari e finalmente diventa confratello l’11
Marzo del 1565 e per oltre 30 anni dedica la sua vita a decorare la Scuola con
oltre 60 dipinti, facendone la sua Cappella Sistina. L'opera del San Rocco in Gloria non solo ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'arte, ma ha anche avuto un impatto significativo sulla percezione della devozione religiosa e sulla rappresentazione artistica nel corso dei secoli. Grazie a quest'opera possiamo ammirare e apprezzare l'innovazione artistica dell'artista: Tintoretto è stato uno dei pionieri nell'uso audace della prospettiva e della luce nella pittura. La sua tecnica innovativa ha influenzato generazioni di artisti successivi, che hanno abbracciato il suo stile ardito e sperimentale. L'uso delle tecniche prospettiche e luministiche in San Rocco in Gloria ha posto le basi per lo sviluppo dell'arte barocca e ha ispirato numerosi artisti a esplorare nuove vie espressive, a cominciare da Caravaggio. Tintoretto, noto per la sua tecnica ardita e innovativa, sfida le convenzioni artistiche del suo tempo attraverso l'uso audace della prospettiva e della luce. Nel dipinto, la prospettiva vertiginosa contribuisce a creare un senso di profondità trascendentale, facendo sembrare che il santo stia emergendo direttamente dall'altro mondo. L'uso abile della luce e delle ombre conferisce alle figure un'aura eterea e quasi palpabile, enfatizzando ulteriormente il carattere divino della scena. Nell'opera di Tintoretto, il santo è ritratto in un'elevata gloria celeste, circondato da angeli e immerso in una luce divina. La sua figura imponente ed eterea irradia una tranquillità che trasmette una profonda sensazione di pace interiore e speranza spirituale. Oltre alla figura centrale di San Rocco, il dipinto presenta una moltitudine di angeli che fluttuano attorno a lui in una danza celestiale. Le loro espressioni di gioia e devozione, unite ai loro abiti e ali sontuosamente resi, evocano un senso di sacralità e meraviglia. Le tonalità cromatiche ricche e vivaci contribuiscono a creare un'atmosfera vibrante e intensamente spirituale, invitando gli spettatori a immergersi in una visione divina. L'opera non è solo un esempio straordinario di abilità artistica, ma anche una testimonianza della profonda fede e devozione che permeava la società rinascimentale. Il dipinto era originariamente collocato nella cappella dedicata a San Rocco nella Scuola Grande di San Rocco, un'associazione laica di beneficenza e culto. La scelta di rappresentare il santo in gloria, circondato da angeli e raggi di luce divina, riflette la credenza nella sua intercessione celestiale e nella sua protezione contro le avversità terrene. Attraverso la rappresentazione di San Rocco in un contesto celestiale, Tintoretto ha contribuito a incarnare la spiritualità nella sua opera. Questo ha influenzato la percezione dell'arte come mezzo di trasmissione della devozione e della fede religiosa. Il dipinto ha dato voce all'esperienza spirituale e ha reso tangibile la connessione tra il divino e l'umano. San Rocco era oggetto di grande devozione e venerazione nell'Europa del XVI secolo, soprattutto in tempi di epidemie e malattie. L'opera di Tintoretto ha contribuito a diffondere ulteriormente la devozione a San Rocco e ha consolidato la sua figura come intercessore celestiale. La rappresentazione gloriosa del santo ha ispirato un senso di speranza e protezione tra i fedeli, e la sua opera si è convertita nel più bello ed importante San Rocco della storia dell'arte. In conclusione, l'opera di Jacopo Tintoretto è un capolavoro intriso di spiritualità, devozione e abilità artistica. La sua rappresentazione straordinaria del santo in un contesto celestiale, incarna la profonda fede e la ricca cultura religiosa del Rinascimento veneziano. Inoltre l'artista è riuscito in una perfetta sintesi degli altri 2 giganti della pittura Veneziana, Tiziano e Veronese: il colore vibrante e lo sviluppo spaziale ricordano la parte superiore dell'Assunta dei Frari di Tiziano, mentre l'eccellente pittura illusionistica deriva da Paolo Veronese, che a quei tempi la esprimeva al massimo livello. L'artista dimostra non solo di reggere il confronto con Tiziano e Veronese, ma anche di far suo il loro stile, dimostrando straordinaria versatilità e impeccabile maestria tecnica. Attraverso l'uso audace della prospettiva, della luce e del colore, Tintoretto crea un'esperienza visiva e spirituale indimenticabile che continua a ispirare e affascinare i visitatori di tutto il mondo.
Articolo di Dario Romano. Per fonti e approfondimenti il contenuto è tratto dal mio libro Manierismo: I grandi maestri della pittura.
Una potenza senza eguali i quadri del Tintoretto, ed ennesimo bellissimo articolo!
RispondiEliminaChe stile il Tintoretto, uno dei più grandi artisti di sempre... Ho sempre apprezzato la sua forte pennellata. Grazie per il commento esaustivo e intrattenente.
RispondiEliminaRicordo che visita prima la Basilica dei Frari, e subito dopo la Scuola Grande di San Rocco e credo che quest'ultima sia l'impresa decorativa più bella di tutto il Rinascimento. Un'esplosione Tintorettiana spettacolare, a mio modo di vedere è il pittore più capace che sia mai esistito, tra lui, Tiziano, Veronese e Caravaggio c'è il meglio della pittura
RispondiEliminaSono stata in visita alla Scuola Grande di San Rocco un anno fa e non avevo mai visto nulla del genere ne a Roma ne in nessun'altra parte del mondo, la bellezza che ci ha lasciato il genio di Tintoretto è ineguagliabile!
RispondiEliminaOpera immensamente bella, condita da un commento altrettanto bello, grazie! ❤️👏🏻
RispondiEliminaGrazie per la bellissima spiegazione❤️
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