Dario Romano: Accadde oggi, l'11 Luglio 1819 Canova posava la prima pietra del Tempio di Possagno

 


La Storia e l'architettura

Il Tempio Canoviano di Possagno rappresenta l’ultima opera dell’artista, dove lo scultore esercitò anche la professione di architetto. L’artista dedicò così la sua ultima opera a Possagno, come estremo lascito al mondo e alla sua terra natale, edificando a proprie spese un tempio a pianta circolare, con un pronao a colonne doriche, ispirato al Pantheon e al Partenone di Atene. Il Tempio è una chiesa collocata ai piedi del monte dominante, la Val Cavasia. Canova pose la prima pietra dell’edificazione l’11 Luglio 1818, condita da una festosa cerimonia, ma l’artista non vide mai l’ultimazione della sua opera, che sarà completata solamente nel 1830, in maniera fedele al suo progetto architettonico. L’edificio, posto a 342 metri sul livello del mare, rappresenta uno dei più elevati capolavori architettonici del neoclassicismo: Canova replicò la sua maestria unica e ineguagliabile di scultore, anche in campo architettonico, confermandosi come il maggiore artista neoclassico. Tramite questa monumentale chiesa Canova esalta al contempo l’arte cristiana, l’arte romana e l’arte greca, per un luogo unico nel suo genere, un vero e proprio caposaldo neoclassico. Nel Tempio Canoviano si possono distinguere tre elementi architettonici. Questi sono inseriti l’uno nell’altro, come fossero parti armoniche di una ideale successione: il colonnato, che richiama il Partenone di Atene; il corpo centrale, assai simile al Pantheon di Roma; l’abside dell’altare maggiore, elevata di sei gradini rispetto agli altri due elementi. Le tre parti possono essere considerate i simboli di tre età della storia: la civiltà greca, la cultura romana e infine la grandezza cristiana, compimento ultimo e salvifico della storia di ogni singolo uomo e di tutto l’universo, che trova il suo significato profondo nel mistero della Trinità, raffigurata nella pala dell’altare maggiore. Il pronao è sorretto da una doppia fila di otto colonne, di ordine dorico come il capitello, sostenenti un architrave di ordine attico. La pietra delle colonne si dice lumachella (materiale calcareo, ricco di gusci di conchiglie) e proviene dalle cave oggi dismesse presso il borgo di Costalunga, in comune di Cavaso. Il grande portone d’entrata è sostenuto da due formidabili stipiti monolitici in lumachella, mentre le altre due porte laterali di ridotte dimensioni, sono ricavate entro due grandi nicchie. Il frontone porta scolpite le parole latine DEO OPT MAX UNI AC TRINO: “Tempio dedicato a Dio ottimo e massimo, uno e trino”. Sopra la scritta, sono collocate sette metope con soggetti sacri dell’antico e del nuovo Testamento. Si tratta di opere di allievi del Canova e i soggetti sono: la creazione del mondo, la creazione dell’uomo, l’uccisione di Abele, il sacrificio di Isacco, l’annunciazione, la visitazione e la presentazione al Tempio. Canova avrebbe voluto comporre 27 metope per coprire l’intero architrave del tempio. Negli ultimi anni di vita però riuscì a realizzare solo sette modelli, bassorilievi in gesso, di qui quelle esterne sono copie in pietra. Una serie di altre metope ornamentali alternate a triğlifi impreziosisce l’intero fregio dell’atrio. Il timpano del frontone è spoglio; quattro gradoni fanno da base alla cupola, costruita in “masiero e mattoni possagnesi”, ricoperta a squame di pietre di Cesio nel feltrino e terminate con la vera dell’occhio. Una campanella al sommo della parete che guarda a ovest chiamava un tempo i fedeli alle funzioni.

Interno

L’interno è caratterizzato dalla cupola che è divisa in sette file di 32 cassettoni ognuno con un rosone dorato al centro, e questi sono di 14 tipi diversi. L'occhio della cupola, chiave di volta della stessa, ha un diametro di 5,33 metri. La volta della cupola semisferica poggia su una graziosa cornice con fregi dorati ed è decorata da lacunari, in sette file orizzontali concentriche. Ogni cassettone, al centro, ha un rosone di legno dorato, opera di intaglio di quattordici diverse forme. “Dal centro della cupola poi discende la luce, che si espande dall’alto con temperamento assai vago. Vi fa specchio il bel pavimento interno commesso prima a compartimenti di pietre bianche e rosse, e poi, esattamente sotto l’occhio della luce stessa, con ordine circolare di marmi in più colori inframmessi e ad opera minuta”. Gli altari laterali, alti 7,05 metri e larghi 4,11 metri sono delle preziose edicole in stile ionico, opera di Stefano Marcella, scalpellino di Pove. Ospitano (cominciando dalla destra entrando) i quadri di: Luca Giordano (S. Francesco di Paola). Palma il Giovane (Gesù nell’orto). Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (madonna della Mercede in un lato e nell’altro i profeti Enoch ed Elia). Palma il Giovane (SS. Sebastiano, Francesco, Rocco, Antonio con la Madonna e Gesù Bambino tra la gloria degli Angeli). Il gruppo della Pietà è ispirato ad una delle ultime opere che Canova non ebbe il tempo di trasferire in marmo (il gesso si trova in Gypsotheca). L’opera è una fusione in bronzo di Bartolomeo Ferrari, allievo di Canova, realizzata nel 1830. Si compone di tre figure a grandezza naturale: la Vergine, seduta e ricca di pietosa compostezza, Gesù deposto dalla croce con il capo reclinato sulle ginocchia di sua madre e Maria Maddalena, abbattuta da un dolore quasi disperato. La croce non appartiene all’originale idea di Canova. La prima metopa rappresenta l’Autore della natura al centro del creato con lo sguardo rivolto al sole e sembra comandargli di fecondare la terra e irradiarla del suo splendore. Le braccia divine sembrano toccare gli estremi, si direbbe assegnare la distanza delle orbite prescritte ai pianeti nell’emisfero celeste. Canova mostra la terra in modo che presenti allo spettatore la sua cara Italia, come la regione che ottenne l’influenza più favorevole degli astri. La straordinaria forza espressiva richiama le invenzioni lineari dei neoclassici inglesi. Oltre alla creazione del sole e della luna vi sono anche altre Metope del Canova: la Creazione dell'uomo, L'uccisione di Abele, Il sacrificio di Isacco, L'annunciazione, La visitazione e la Presentazione di Gesù al Tempio. In questo luogo si può ammirare anche il Canova pittore, oltre che scultore e architetto, un artista a 360 gradi. Infatti sull'altare maggiore è collocatala pala di Antonio Canova dedicata alla Deposizione di Cristo e alla Trinità. Solenne è le figure del Padre, con le braccia aperte, da cui discende, tra il tripudio delle schiere angeliche, lo Spirito Santo che congiunge il cielo alla terra nel supremo atto della salvezza. La Madonna al centro e con le braccia spalancate è la protagonista del mistero isolabile dell’incarnazione. L’ampio dipinto era stato inizialmente progettato per essere collocato nella vecchia chiesa del paese. È significativa la dedica e la firma della tela posta frontalmente al centro della base: “In segno di attaccamento per la patria – Antonio Canova dipingeva – Possagno 1799”. Canova dimostra in quest’opera di sapersi dedicare con notevole talento anche alla pittura, nonostante le diverse e insistenti stroncature di chi considerò Canova solo un bravo scultore. Si dice infine che i personaggi della pala abbiano avuto come modelli alcuni compaesani dell’artista. Ai lati del ciborio, si trovano due angeli della scuola dei Torretti, maestri di Canova. Proseguendo, si incontra il nicchione con il sarcofago che raccoglie le spoglie di Antonio Canova, a destra, e del fratellastro Giovanni Battista Sartori, a sinistra. Nel poderoso piedistallo sono scolpiti gli stemmi dei due fratelli: pastorale e mitria in quello del vescovo, un serpente e una lira in quello di Antonio Canova, in ricordo della prima opera eseguita dal Giovanissimo Canova su commissione del nobile veneziano Giovanni Falier: Orfeo e Euridice. Davanti agli stemmi sono collocati i busti in marmo dei due fratelli.













Articolo di Dario Romano. Per fonti e approfondimenti il contenuto è tratto dal mio libro Antonio Canova: Il Divino scultore e il Regno della perfezione ideale.







Commenti

  1. Visitato, bellissimo, meraviglioso, è un luogo che ti stupisce per la sua bellezza, la sua magnificenza ed è posto sulla sommità di una collina in uno scenario suggestivo ed affascinante. Grazie infinite al genio immenso di Canova e grazie Dario per aver descritto questo luogo nel migliore dei modi!

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  2. Luogo meraviglioso, che ti lascia incantato per la sua magnificenza, tanto all'esterno quanto all'interno. Solo il genio di Canova poteva pensare a tanta meraviglia❤️

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  3. Questo luogo, insieme alla vicina Gipsoteca Canoviana, ti lascia incantato per la sua magnificenza, Canova ti fa sentire piccolo piccolo e ti fa entrare in un mondo di sola bellezza, allo stesso modo di come fai tu con i tuoi articoli Dario.

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