Dario Romano: il Dantedì e il Dante veronese
Statua di Dante a Verona.
In occasione del Dantedì, ricorrente ogni anno il 25 marzo, vi parlerò in questo articolo del legame del sommo letterario e la città di Verona, sua vera casa. Non tutti sanno che Dante era un vero e proprio Veronese, più che un fiorentino. "Florentini natione, non moribus" (Fiorentino di nascita, non di costumi), diceva proprio Dante nell'Epistola XIII intitolata a Cangrande della Scala, il signore di Verona, che lo aveva accolto, ospitato e protetto nella città scaligera. Verona fu infatti la più importante città per l 'Alighieri, divenne la sua casa, un lungo sicuro e stabile dopo il suo esilio da Firenze. A Verona, Dante visse nel Palazzo di Cangrande, situato nell'odierna Piazza dei Signori e nota anche come Piazza Dante: difatti al centro della bellissima piazza è collocata una scultura marmorea in suo onore. Dante vive ancora oggi in Piazza dei Signori, nel cuore di una Verona ricca di bellezze architettoniche e artistiche che lo ispirarono in diverse occasioni: dall'Arena al duomo, fino alla Basilica di San Zeno. Ed è proprio in questa città che Dante compose la cantica del Paradiso, che poi dedicherà a Verona e al suo signore. Questa dedica la si può anche leggere nei versi della medesima epistola XIII: "sovente ho esaminato i miei piccoli regali e li ho differenziati e poi vagliati, alla ricerca del più degno e gradito a voi. E non ne ho trovato uno adeguato alla vostra eccellenza più di quella sublime cantica della Commedia che si intitola Paradiso. E questa, con la presente lettera, come a Voi consacrata con propria epigrafe, a Voi la intitolo, la offro, la raccomando". Da Cangrande, Dante non riceve solo protezione e il privilegio di un ricco ambiente culturale, ma anche un aiuto economico per dedicarsi ad altre attività letterarie di interesse pubblico. Una di queste è la celebre Quaestio de aqua et terre, opera che Dante eseguì in città nella Chiesa di Sant'Elena il 5 gennaio 1320 (ancora oggi è possibile ammirare nella chiesetta adiacente al Duomo, la targa commemorativa di tale avvenimento). A Verona inoltre, il Sommo Poeta compose, oltre al Paradiso, anche il De Monarchia ed è stato nominato, da Cangrande, ministro degli esteri ed ambasciatore. Dante dirà di Cangrande che egli è l'unico uomo in grado di poter coprire la carica di Re d'Italia e portare finalmente la pace in un clima altamente sanguinoso quale era il Medioevo. A Verona, Dante ebbe anche l'opportunità di frequentare la Biblioteca Capitolare (adiacente al Duomo, la più antica al mondo ancora in funzione), dove studiò i lavori di autori come Cicerone e dove tenne interventi colti e conferenze. Un primo contatto tra Dante e la città scaligera lo si ha già molto tempo prima, com'è menzionato anche nel Paradiso: "Lo primo tuo refugio e 'l primo ostello sarà la cortesia del gran Lombardo che 'n su la scala porta il santo uccello; ch'in te avrà sí benigno riguardo che del fare e del chieder, tra voi due, fia primo quel che, tra li altri, è più tardo. Paradiso - XVII, v. 70". Sono le parole di Cacciaguida, antenato di Dante, che gli profetizza l'esilio e l'ospitalità che troverà a Verona. Il poeta lo incontra in Paradiso, nel Cielo di Marte o degli Spiriti combattenti per la fede. Il gran Lombardo è Bartolomeo. La scala è lo stemma degli scaligeri che ancora oggi si vede sui monumenti della città, affiancato alle ali d'aquila simbolo del vicariato imperiale degli Scaligeri. Siamo agli inizi del '300 quando Dante soggiorna per la prima volta a Verona, sotto la protezione di Bartolomeo della Scala, inoltre Cacciagiuda gli preannuncia anche le future imprese del già citato Cangrande, signore della città che ospiterà appunto il Sommo poeta dal 1312. Il primo soggiorno Dantesco nella città scaligera è particolarmente interessante in quanto Verona era il polo culturale più avanzato ed era protagonista di un periodo ricco e florido. Dante, immerso in questo straordinario fervore culturale, aveva conosciuto l'opera di un letterato locale, Giacomino da Verona, autore della Gerusalemme Celeste e della Babilonia Infernale. La prima rappresenta il paradiso, mentre la seconda l'inferno e sono scritte in volgare. È proprio questa visione d'oltretomba, nata dalla mano di questo letterato Veronese, che anticiperà ed influenzerà Dante per la realizzazione della sua Divina Commedia. Il Sommo Poeta assimilò le idee di Giacomino da Verona e il destino volle che, in seguito, fu proprio Verona, che, oltre ad ispirare il celebre capolavoro, diventasse la sua casa e il rifugio più amato della sua vita. In qualità di ministro degli Esteri e di ambasciatore, Dante verrà mandato da Cangrande a Ravenna presso i Da Polenta, per svolgere una missione: è proprio questa città il luogo in cui morirà. Per ringraziare l'amore che il sommo poeta ha avuto per Verona, la città scaligera ha fatto realizzare, nel 1865, una scultura da Ugo Zannoni, da collocare nella Piazza dei Signori, il luogo dove il poeta viveva. La scultura è alta tre metri e ne è conservata una versione in bronzo presso la galleria d'arte moderna Achille Forti. Per i turisti che vanno a visitare la città scaligera, risulta suggestivo l'ingresso a Piazza Dante, con il Sommo Poeta, che accogliente, osserva quelle che furono le sue strade quotidiane. Inoltre è da ricordare anche che tutti i discendenti di Dante vissero a Verona e sono sepolti in una cappella nella Chiesa di San Fermo. Da ricordare anche la cittadinanza onoraria che la città diede al Sommo Poeta, perché Dante era, si Fiorentino di nascita, ma Veronese di costumi.
Statua di Dante in Piazza dei Signori.
Bravo Dario, sei un ragazzo in gamba!
RispondiEliminaComplimenti a Dario Romano
RispondiEliminaA Verona c’è ancora un ramo degli Alighieri. Produttori di grandi vini.
RispondiEliminaGrazie Dario per questa lezione storica su Dante che non conoscevo ma,che da buona veronese non può farmi che piacere.👏
RispondiEliminaGrazie di questa spiegazione
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RispondiEliminaGrazie a Dario Romano pozzo di cultura che ci rende partecipi di tante storie ai più sconosciute...
Uno dei figli di Dante è il capostipite dei Serego Alighieri, che ancora vivono in una villa palladiana della Valpolicella e fanno un ottimo vino.
RispondiEliminaUn grande ringraziamento a Dario Romano, che ci fa partecipi per tutta la storia del Veneto.
RispondiEliminaGrazie Dario è bello conoscere il nostro Veneto e le sue curiosità 😍
RispondiEliminaI suoi discendenti abitano ancora nella Valpolicella, a Gargagnago. Sono i conti Serego Alighieri!
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