Dario Romano: L'Annunciazione nell'arte
Giovanni Bellini, Annunciazione, 1434/1439, Gallerie dell'Accademia, Venezia.
Nell'ampio panorama dell'arte italiana, pochi temi hanno ispirato e affascinato gli artisti tanto quanto l'Annunciazione. Questo evento biblico, narrato nel Vangelo secondo Luca, rappresenta l'incontro tra l'Arcangelo Gabriele e la Vergine Maria, durante il quale viene annunciata la nascita di Gesù. Attraverso i secoli, numerosi maestri hanno interpretato questo momento sacro, donando al mondo una varietà di capolavori che catturano la bellezza, la spiritualità e l'importanza di questo evento divino, che ricorre ogni anno il 25 marzo. Nel Rinascimento le ante d’organo delle chiese erano spesso decorate da dipinti. In questo caso l’Annunciazione, ideata da Giovanni Bellini era visibile ad ante chiuse: nel capolavoro prevale un senso di sublime tranquillità e dolcezza. Quest'armonia compositiva e di pacata gioiosità è tipica nell'arte del sommo pittore Veneziano. Nei suoi dipinti, la luce divina permea lo spazio, avvolgendo Maria e l'arcangelo in un'aurea di sacralità. Le opere di Bellini trasmettono un senso di misticismo e contemplazione, tipico della spiritualità Veneziana.
-Leonardo da Vinci: Leonardo deviò deliberatamente dalla rappresentazione tradizionale dell'Annunciazione, scegliendo di ambientare la scena in un giardino esterno alla casa della Vergine anziché nella solita loggia o nella camera da letto di Maria. Contrariamente alla prassi medievale, dove l'ambientazione era solitamente confinata in uno spazio chiuso, almeno per quanto riguarda la figura della Vergine, per consentire l'inserimento di elementi iconografici come il letto, Leonardo optò per un'ambientazione all'aperto. Leonardo ha collocato i personaggi in un giardino recintato, noto come hortus conclusus, che simboleggia il grembo di Maria. L'organizzazione dello spazio non si basa sulla tradizionale prospettiva geometrica del Quattrocento. Piuttosto, Leonardo adotta un approccio basato sul graduale sfumare dei colori, soprattutto nello sfondo, utilizzando la prospettiva aerea Questa tecnica prevede una colorazione più tenue e sfumata per gli elementi più distanti, come se fossero avvolti in una leggera foschia. Leonardo comprendeva che tra l'osservatore e un oggetto posto a distanza, si accumulano strati di particelle atmosferiche che offuscano i contorni, rendendoli meno nitidi e talvolta sfocati. Al contrario, gli oggetti più vicini sono resi con minuziosa precisione, poiché più un oggetto è vicino, più è nitidamente visibile. Nel dipinto si possono notare degli errori prospettici: il braccio destro della Vergine sembra più lungo rispetto al sinistro, le gambe appaiono più corte rispetto all'altezza del busto e il cipresso si confonde con l'edificio quattrocentesco, risultando quindi più grande di quanto dovrebbe. Questi errori derivano dalla diversa disposizione delle gambe e delle spalle della Vergine rispetto al leggio: guardando solo la parte superiore del dipinto, Maria sembra essere posizionata in modo angolato e distante dallo spettatore, mentre osservando la parte inferiore, appare invece più vicina e in primo piano.
-Paolo Veronese: Proveniente dalla Scuola dei Mercanti nel sestiere di Cannaregio (ancora esistente), la grande tela decorava la Sala dell’Albergo sopra la porta d’ingresso; con le soppressioni napoleoniche pervenne alle Gallerie dell’Accademia (1812). Al di sotto del timpano, si nota il simbolo della confraternita, una mano benedicente la croce, mentre alla base dei plinti delle colonne, gli stemmi dei committenti, le famiglie Cadabrazzo e Cottoni. Il pronunciato orientamento orizzontale offre a Veronese la possibilità di sperimentare una concezione spaziale di particolare virtuosismo, con un susseguirsi di piani paralleli tutti leggibili e convergenti in un unico punto di fuga centrale nell’ampio spazio lasciato vuoto tra l’angelo e la Vergine. Particolarmente lodata dai contemporanei, l’opera non ha goduto di particolare fortuna a causa delle pesanti ridipinture che ne hanno compresso la lettura stilistica, fino al recente restauro (2007) che ha permesso di leggere, in riflettografia, la data 1578 e il raffinato disegno preparatorio a carboncino delle architetture. Tra queste l’edificio al centro sul fondo è stato riconosciuto essere in rapporto alla chiesa vicentina di Santa Maria Nuova. Veronese trasmette un senso di grandiosità e solennità, celebrando la gloria divina con una ricchezza visiva straordinaria che preannuncia il Barocco, con i suoi spettacolari giochi di luce e colori.
-Jacopo Tintoretto: Nell’Annunciazione l’Arcangelo Gabriele visita Maria e preannuncia
che lei darà vita a Gesù. Tutti gli altri pittori catturano il momento in cui
il messaggio viene consegnato, congelando i personaggi in una posa ideale. Per
Tintoretto, invece, l’attimo cristallizzato ed ideale non è sufficiente: lui
vuole mostrare la vita all’interno del dipinto, vuole rappresentare ciò che
avviene prima e dopo la scena. A tal fine traccia il percorso dell’angelo sulla
tela. È come una serie di cornici separate che mostrano l’arrivo dello spirito:
si muove dal cielo fiammeggiante fino all’angolo ombroso di una stanza
disordinata e va a incontrare una donna comune. In questo dipinto, Tintoretto
inventa una tipica tecnica cinematografica del XX secolo: la divisione in più
schermi. Questo è uno dei motivi per cui il geniale pittore veneziano viene considerato il primo regista cinematografico della storia. Le figure di Maria e Gabriele sono avvolte da un vortice di movimento e luce, creando un'atmosfera di tensione e meraviglia. Tintoretto sfida le convenzioni artistiche, creando opere che pulsano di vita e energia.
-Tiziano: Tiziano ha interpretato l'Annunciazione con una sensibilità emotiva e una maestria cromatica senza pari, generando il capolavoro dell'Annunciazione Malchiostro custodita nel Duomo di Treviso. La figura di Maria risplende di una bellezza terrena, mentre l'arcangelo Gabriele si manifesta con una maestà divina. La resa pittorica di Tiziano cattura l'intensità emotiva di questo momento sacro, trasportando lo spettatore in un regno di sublime trascendenza. Nel contesto di una chiesa con pavimentazione a scacchi, perfettamente prospettica, si svolge l'evento dell'Annunciazione. In contrasto con l'usuale disposizione che vede l'angelo sulla sinistra e Maria sulla destra, il genio di Tiziano ha rivoluzionato l'iconografia rappresentando la Madonna in primo piano, rivolta direttamente verso lo spettatore, mentre l'angelo è ritratto più distante lungo una diagonale, con un movimento che lo porta verso Maria, guidato dalla luce divina alle sue spalle. Al centro, ma leggermente arretrato rispetto al piano frontale, si trova il committente, il canonico Broccardo Malchiostro, inginocchiato. Il ricco stile innovativo Tizianesco, protagonista della perfezione totale Rinascimentale con il suo classicismo cromatico, spicca nella figura della Madonna , dilatata nel suo ampio mantello, pesante e setoso al tempo stesso, e colta con una straordinaria ed ineguagliabile naturalezza, col libro poggiato a terra per lo stupore, mentre compie il gesto di voltarsi con solennità, senza titubanza o timore alcuno. Questo capolavoro ha ispirato l'Annunciazione di Lorenzo Lotto, custodita a Recanati. Scrisse Argan: «la Vergine di Tiziano è una regina in preghiera che si volge nobilmente a ricevere nel suo palazzo il messaggero divino. La Vergine del Lotto è una brava ragazza; il messaggio la coglie di sorpresa mentre prega nella sua stanza; non osa neppure volgere il capo; il suo gesto, quasi di difesa, è quello di chi si sente colpito alle spalle da un richiamo improvviso». Tiziano in tutta la sua carriera non ha mai smesso di creare cose nuove di sperimentare nuovi stili. Nell'ultima fase artistica ha superato la perfezione formale del Rinascimento, generando una nuova pittura fatta di pennellate rapide ed energiche che catturano l'immediatezza di percezione dell'occhio umano, arrivando a dipingere persino con le dita: in questo nuovo stile di Tiziano si vede già l'Impressionismo, l'espressionismo astratto e l'Action Painting. Durante la sua ultima fase artistica, Tiziano si cimenta nuovamente con il tema dell'Annunciazione e con un gioco straordinario di luci e ombre, il pittore riesce a donare un senso ancor più di sofferenza e carica espressiva nei personaggi, conferendo alla composizione nel suo insieme una spiccata intensità religiosa. La tela fu molto lodata da Roberto Longhi «[...] il gran fiorone dell’angelo preso dall’ombra nel gran boccio del viso s’impiuma nelle ali di dolce torpidezza,[...] le linee del volo nella veste hanno andari ellitici allentati e sfocati, e così lenti sono il moti della casacchetta di paradiso che un disegno leggero di broccatello ha il tempo di screziarla, come la natura ha tempo di operare miracoli in un fiore a lento sboccio. [...] Qui Tiziano ha trovato anche la sua forma, ma quanto intelletto ha dovuto riassorbire nella propria visione, per permettersi questo nuovo romanticismo!».
Dario Romano di Arte Divulgata.
Una meraviglia dopo l'altra
RispondiEliminaChe meraviglia grazie
RispondiEliminaGrazie per un confronto davvero prezioso.💛
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