Dario Romano: Paolo Veronese il più grande maestro di visione pittorica
Paolo Veronese: il Tesoriere della Pittura e Genio della Visione Cromatica
Dinanzi ai dipinti di Paolo Veronese ci si trova di fronte a un’esplosione di luce e colore, una sinfonia visiva che ha saputo rivoluzionare la pittura veneziana del Cinquecento, imponendosi come uno dei vertici assoluti della storia dell’arte occidentale. Genio ed eccezionale virtuoso della pittura, con le sue tecniche, Paolo Veronese ha influenzato le future generazioni di pittori, proponendosi come uno degli artisti più innovatori, rivoluzionari, apprezzati e imitati della storia. I dipinti del Veronese sono uno spettacolo per gli occhi, lui è l'artista che più di tutti ha saputo mostrare un virtuosismo ineguagliabile sia per la quantità, ovvero le dimensioni, di un quadro che per la qualità della stesura pittorica.
Luce, Colore e Rivoluzione Stilistica
Veronese è stato definito dallo storico Bernard Berenson “il più grande maestro di visione pittorica e come puro pittore rimane, ad oggi, insuperato”. A renderlo unico fu l’uso rivoluzionario del colore: giustapposizione di complementari, abolizione di nero e bianco, ombre che riflettono e trasmettono i colori circostanti, fino a inventare meravigliose tonalità di colore, come il celebre Verde Veronese, una tonalità vibrante che incarna l’equilibrio tra innovazione tecnica e bellezza decorativa. Difatti, l'artista è apprezzato per la brillante tavolozza e per la sapiente gestione adoperata su di essa: nel corso della sua vita ha conquistato i più importanti palazzi civili, tra cui le ville, e sacri di Venezia, fino a conquistare l'intero mercato dei più grandi signori d'Europa a suoni di capolavori. Molti dei suoi capolavori, infatti, occupano oggi le sale dei più importanti musei del mondo. La geniale mente di questo straordinario e insuperabile pittore andava oltre il saper maneggiare, con maestria difficilmente replicabile, le parti cromatiche e le parti del disegno: a ciò, l'artista ha unito la grande capacità di essere anche un visionario della scenografia pittorica. Le sue scene, affollate e fastose, trasportano lo spettatore in un mondo dove l’architettura assume un ruolo da protagonista assoluto, da palcoscenico e teatro, e le figure, vestite di broccati e sete veneziane, di cui possiamo avvertirne i materiali, celebrano la bellezza, la grazia e l’umanità.
Il Precursore delle future correnti artistiche
Veronese non ha solo segnato il proprio tempo, ma ha anticipato movimenti futuri. Nel Barocco, per esempio, è nata la corrente Neoveneta in cui molti pittori hanno aderito, prendendo come esempio Tiziano, Tintoretto e, appunto, Veronese. Un aspetto fondamentale nella pittura del Veronese è la straordinaria acutezza nel colore delle ombre e dei riflessi, usando la luce senza violenti contrapposti, dipingendo en plain air: in questo modo si conferma la teoria che vede in Paolo Veronese il precursore tecnico dell’Impressionismo e del Divisionismo. Questi aspetti innovativi e rivoluzionari sono stati lodati, secoli dopo, dal grande pittore romantico Delacroix stesso, che scrisse nel suo Journal: “Devo tutto a Paolo Veronese”. Un riconoscimento che fa ben capire la grande considerazione di cui godeva il pittori molti secoli dopo, catapultandolo non solo tra i grandi del Rinascimento, ma anche tra i padri del Barocco e Rococò, dell'Impressionismo, del Romanticismo e del Divisionismo.
Una Modernità Sorprendente: la collaborazione con Palladio
Veronese è stato celebrato come artista “eccellentissimo” dall’architetto Andrea Palladio, con cui collaborò in capolavori assoluti come gli affreschi di Villa Barbaro. Qui, pittura e architettura si fondono in una danza perfetta tra reale e illusorio. In questa simbiosi Veronese dimostra la sua capacità di parlare non solo agli occhi ma anche all’intelletto, regalando opere d’arte che sono anche spazi filosofici. La collaborazione con Andrea Palladio, il più grande architetto del tempo e della storia, costituì a quel tempo il più grande binomio artistico tra architettura-pittura, rimasto ineguagliato. Ammirare la pittura illusionistica di Villa Barbaro, che dialoga con le strutture architettoniche reali palladiane, è un esempio di “arte totale” in cui ogni dettaglio è pensato per esaltare la bellezza e l’armonia dell’universo. Qui, figure illusionistiche sembrano affacciarsi da porte e balconi; la pittura si fa spazio e lo spazio si fa pittura, in un gioco raffinato di arte totale, appunto. Veronese inventa stanze che sembrano spalancarsi su paesaggi idilliaci o su cieli abitati da divinità. C'è un senso di gioia, abbondanza, intelligenza che trasforma il vivere nella villa in esperienza estetica e spirituale insieme. Ciò dimostra che Veronese sia stato anche il più grande decoratore di tutti i tempi: ville, soffitti di edifici civili, chiese, ovunque dipinse portò una visione pittorica-architettonica e illusionistica senza precedenti. Ciò è dimostrato anche nei bellissimi soffitti con cui ha decorato il Palazzo Ducale di Venezia o, ancora, nella decorazione totale della Chiesa veneziana di San Sebastiano, la sua Cappella Sistina, per altro luogo in cui è sepolto.
Il Pittore della Luce, Non delle Tenebre
A differenza del suo rivale Tintoretto, che partiva dal buio per arrivare alla luce, Veronese partiva direttamente dalla luce. Come sottolinea Giulio Carlo Argan, “Veronese è l’interprete dell’apertura intellettuale e del civile modo di vita che fanno della società Veneziana la più libera e culturalmente avanzata”. Argan coglie nel segno: se Tintoretto esprime il dovere e il dramma cristiano, Veronese incarna la libertà e la gioia di vivere, la magnificenza della Serenissima, la sua tolleranza, la sua eleganza.
Le "Cene": Opere Monumentali di Fantasia e Tecnica
Le “Cene” di Paolo Veronese sono un capitolo a parte nella storia dell’arte. Sono i suoi capolavori più celebri, e non a caso: in questi giganteschi dipinti (come Le Nozze di Cana, La Cena in casa di Simone Fariseo, La Cena in casa di Levi) Veronese porta ai massimi livelli la sua geniale immaginazione scenografica e il suo insuperabile virtuosismo tecnico. Con queste opere, l’artista reinventa gli episodi evangelici, trasformandoli in sontuosi banchetti rinascimentali, affollati da oltre 100 personaggi, fra cui aristocratici, servitori, animali, musici e persino nani e buffoni di corte. Le architetture palladiane si aprono a cieli limpidi, i colori sono sfolgoranti, e il tutto risplende in una festa visiva che abbraccia chi guarda. Non è più solo pittura: è teatro, è cinema, è sogno, è spettacolo: l'artista è estremamente moderno per il suo tempo e come un regista di film, concepisce la sua pittura come una messa in scena in teatro. Questa sua genialità gli procurerà anche qualche guaio, per fortuna risolto, con l'inquisizione, incapace di comprendere la grande genialità moderna del pittore: l'opera soggetta alle contestazioni dell'inquisizione fu la grandiosa scena del Convito in casa di Levi. In particolare, le Nozze di Cana, oggi al Louvre, furono a lungo, per secoli, ritenute il dipinto più importante del museo, anche più della Gioconda. Fu, difatti, il bottino più prezioso per i francesi e i loro furti napoleonici. Questo quadro decorava, infatti, il refettorio di San Giorgio, a Venezia, il più ricco d'Europa in quel tempo, costruito niente di meno che da Andrea Palladio: vi era nuovamente la collaborazione tra pittura e architettura di questi insuperabili maestri. È l’opera che più di tutte manifesta la regia pittorica del Veronese: l’armonia dell’insieme, l'equilibrio tra figure e spazio, l'uso del colore per creare ritmo e gerarchia visiva, tutto è orchestrato con una padronanza magistrale e insuperata. In questo episodio biblico, Veronese colloca anche i ritratti dei grandi signori del suo tempo ma non solo: è possibile distinguere anche il sommo pittore Tiziano, il rivale Tintoretto, Veronese stesso e Jacopo Bassano; l'artista dunque offre un omaggio ai colleghi e all'arte della pittura.
Veronese, il Moderno tra gli Antichi
La modernità di Veronese si coglie anche nella sua sensibilità verso la figura femminile, spesso protagonista delle sue allegorie. Nella Giunone che dona i doni a Venezia, la virtù, la ricchezza e la bellezza sono rappresentate da donne, in un’epoca in cui era raro vederle protagoniste dell’allegoria politica e morale. Come se Veronese, con oltre quattro secoli di anticipo, parlasse già alle coscienze del presente. Dobbiamo ricordare, infatti, che nel Cinquecento a Venezia e in tutto il Veneto, con Tiziano, la donna inizia ad assumere un ruolo di protagonismo assoluto nella pittura, diventando una figura forte, autonoma e soprattutto attiva e non più passiva.
L’eredità di un Maestro Senza Tempo
Veronese ha influenzato generazioni di artisti: dai Carracci a Tiepolo, che sarà soprannominato “il Veronese redivivo”. Ha conquistato l’ammirazione dei contemporanei e dei posteri, fino ad arrivare alle lodi di Cezanne e persino del cinema moderno, con Peter Greenaway che vide nelle sue Nozze di Cana un capolavoro assoluto della messa in scena pittorica. Il pittore veronese – ma veneziano d’adozione – ha trasformato la pittura in un teatro della meraviglia, combinando luce, colore, architettura e figura in un’armonia senza precedenti. La sua arte non fu solo decorativa: fu rivoluzionaria, moderna, viva. Una vera e propria celebrazione del senso e della mente. La sua cifra distintiva è il colore. Nessuno come lui ha saputo orchestrare le tinte come strumenti musicali, accostando colori complementari (giallo e blu, rosso e verde), abolendo il bianco e il nero, esaltando ombre che si tingono dei colori riflessi dalla realtà circostante. Le sue ombre non sono buio, ma variazioni cromatiche, e la sua pennellata, vibrante e leggera, risuona come un'eco precoce di ciò che sarà il Barocco e la pittura moderna. Proprio per tutti questi motivi possiamo affermare che Veronese sia molto più che un pittore: è un costruttore di mondi e di idee. Ha reinventato la pittura sacra trasformandola in festa laica e spettacolare. Ha esaltato l’umano, il sensuale, il maestoso. E con la sua padronanza della luce e del colore, ha gettato un ponte tra Rinascimento, Barocco e modernità. Come scrisse Delacroix, e come possiamo solo confermare oggi: “Tutto ciò che so della pittura, lo devo a Paolo Veronese”. La sua arte anticipò stili, sensibilità e tecniche che avrebbero fatto la fortuna della pittura europea nei secoli a venire. Come ricordava Giulio Carlo Argan:
“Il sentimento del dovere e quello della libertà hanno una fonte comune, l’ideale umanistico della dignità umana; e poiché questo è sentito soltanto dai maestri veneti, si spiega come la loro opera custodisca e tramandi… la grande eredità della cultura umanistica.”
Paolo Veronese, Giunone versa i doni su Venezia, 1554, Palazzo Ducale, Venezia, 365x147cm, olio su tela.
Paolo Veronese, Martirio di San Giorgio, 1564, 426x305cm, olio su tela, Verona, Chiesa di San Giorgio in Braida.
Paolo Veronese, affreschi della Sala a Crociera di Villa Barbaro a Maser.
Paolo Veronese, affreschi della volta della Sala dell'Olimpo di Villa Barbaro a Maser.
Paolo Veronese, Affreschi nella Sala del Cane di Villa Barbaro a Maser.
Paolo Veronese, Madonna in gloria con i santi Sebastiano, Caterina, Pietro e Francesco, Venezia, Chiesa di San Sebastiano, 1562, 420x230cm, olio su tela.
Paolo Veronese, Convito in casa di Levi, Venezia, Gallerie dell'Accademia, 1573, 555x1280cm, olio su tela.
Paolo Veronese, Cena in casa di Simone, Milano, Pinacoteca di Brera, 1567-1570, 275x710cm, olio su tela.
Paolo Veronese, Cena in casa di Simone, Reggia di Versailles, 458x874cm, olio su tela, 1572.
Paolo Veronese, Venere e Adone, Museo del Prado, Madrid, 1580, 162x191cm, olio su tela.
Paolo Veronese, Allegoria della Battaglia di Lepanto, Venezia, Palazzo Ducale, 1582, 285x565cm, olio su tela.
Paolo Veronese, Evangelisti, ciclo di San Nicolò della Lattuga, Venezia, Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, 1582, olio su tela.
Paolo Veronese, Trionfo di Venezia, Palazzo Ducale, Venezia, 1582, 904x580cm, olio su tela.
Paolo Veronese, decorazioni del soffitto della Sala del Collegio di Palazzo Ducale, Venezia, olio su tela, 1575-1578.
Senza dubbio un genio immortale. A Venezia ha adornato il suo sacrario per i secoli a venire.
RispondiEliminaPhilippe Daverio lo definiva "L'architetto della pittura". ❤️
RispondiEliminaSpettacolo allo stato puro, non ho mai visto un pittore così elegante e al tempo stesso grandioso, rispecchia anche l'eleganza stilistica con cui lo commenti, bravo come sempre.
RispondiEliminaGrazie mille interessanti
RispondiEliminaStupendo. Impressionante realismo
RispondiEliminaChe perfezione! Che plasticità!
RispondiEliminabravissimo!
RispondiEliminaAl Louvre, nella stessa sala della Gioconda, sono stata letteralmente mezz'ora davanti alle Nozze di Cana del Veronese, una meraviglia per gli occhi e per lo spirito, sono rimasta impressionata dalla spropositata presenza di dettagli e mai nessun'altra opera artistica mi ha impressionata in questo modo. Per me è il quadro più bello del mondo ed è un peccato che i francesi l'abbiano rubato. Tu hai descritto, come sempre, l'arte di questo grande genio dell'arte in maniera grandiosa, grandiosa come le Nozze di Cana!
RispondiEliminaVeronese ci insegna che la magnificenza non ha limiti e tu ci insegni che in giro c'è ancora gente in gamba nel saper raccontare l'arte e la cultura
RispondiEliminaImmenso..........................🙏
RispondiEliminaGrandi MAESTRI 🌹
RispondiEliminaPaolo Caliari - "il Veronese" ❤️
Splendido
RispondiEliminaBisogna fermarcisi davanti a lungo e studiarle con attenzione per goderne tutte le meraviglie e ogni particolare di queste stupende " scenografie".
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