Dario Romano: Piero della Francesca, il matematico della pittura

 

Piero della Francesca. Polittico della Misericordia, 1445-1462, olio e tempera su tavola, 273x330cm, Museo Civico di Sansepolcro.

Piero della Francesca: il matematico della pittura

Ammirando le opere di Piero della Francesca, ci si trova di fronte a un artista che ha saputo trasformare la scienza in arte, elevando la pittura a una dimensione di assoluta perfezione. Pittore, matematico e teorico, Piero è stato il primo a costruire immagini basate su calcoli proporzionali rigorosi e su accordi cromatici armoniosi, raggiungendo un equilibrio che segnerà per sempre la storia dell’arte occidentale. La sua pittura si distingue per un senso di stabilità, staticità e monumentalità: figure solide come sculture, immerse in spazi perfettamente governati dalle leggi della prospettiva. Eppure, accanto a questa razionalità, troviamo una straordinaria capacità di introspezione, di resa luministica e di amore per la natura, elementi che fanno di Piero uno dei più grandi protagonisti del Rinascimento. 

L’artista e il suo tempo

Nato a Borgo San Sepolcro intorno al 1420, Piero della Francesca si formò a Firenze, nella bottega di Domenico Veneziano, dove ebbe modo di respirare l’atmosfera innovativa della città di Brunelleschi, Masaccio e Leon Battista Alberti. Dopo le prime esperienze, tra cui il Polittico della Misericordia (1445), la sua carriera si sviluppò tra le corti più raffinate d’Italia: Ferrara, Rimini, Urbino e Roma. Fu proprio a Urbino, presso la corte di Federico da Montefeltro, che Piero trovò il contesto ideale: un ambiente di intellettuali e artisti dove poté dedicarsi sia alla pittura sia ai suoi celebri trattati matematici e prospettici, il De prospectiva pingendi e il De quinque corporibus regularibus. Si spense nella sua città natale nel 1492, lo stesso anno della scoperta dell’America, quasi a suggellare la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova.

Le opere: tra geometria e poesia visiva

Il Polittico della Misericordia

Prima grande opera documentata di Piero, segna l’inizio della sua ossessione per la prospettiva. La Madonna, col suo manto che si apre come una cupola, accoglie i fedeli sotto un’imponente architettura geometrica: un manifesto della nuova visione rinascimentale.

La Flagellazione di Cristo

Forse il suo capolavoro più enigmatico, in cui convivono due scene distinte: la flagellazione all’interno di un edificio classico e tre misteriosi personaggi sul lato opposto. Qui Piero fonde l’armonia prospettica italiana con il realismo fiammingo, introducendo una luce naturale che anticipa la pittura tonale veneziana di Bellini, Giorgione e Tiziano.

Il Battesimo di Cristo

Con questo dipinto, Piero porta al culmine la sua rivoluzione. La scena, scandita da perfette linee verticali e orizzontali, si apre su un paesaggio naturale inondato da una luce vibrante, capace di trasmettere un senso atmosferico sorprendentemente moderno. L’acqua che riflette il cielo è una delle intuizioni più poetiche della pittura quattrocentesca.

La Madonna del Parto

Un capolavoro di intimità e introspezione psicologica: la Vergine incinta, raffigurata con solennità e dolcezza, affiancata da due angeli che sollevano un drappo come un sipario. Qui Piero abbandona momentaneamente la sua visione geometrica per restituire un omaggio commovente alla maternità e alla sua terra.

La Leggenda della Vera Croce ad Arezzo

Un ciclo monumentale che conferma Piero come narratore insuperabile. Tra i suoi episodi spicca il Sogno di Costantino, primo notturno della pittura italiana: una scena in cui un improvviso bagliore illumina la tenda dell’imperatore addormentato. Una rivoluzione visiva che ispirerà anche Raffaello.

La Resurrezione di Cristo

Definita da molti come una delle più intense raffigurazioni del Cristo nella storia dell’arte, mostra Gesù che emerge vittorioso dal sepolcro, solenne e umano al tempo stesso. Il paesaggio alle spalle si divide tra alberi spogli e vegetazione rigogliosa, simbolo della morte e della rinascita. Il suo volto, fermo e penetrante, è un’icona senza tempo.

I Ritratti dei duchi di Urbino

Federico da Montefeltro e Battista Sforza, ritratti di profilo contro un paesaggio dettagliatissimo, incarnano la perfetta fusione tra introspezione psicologica e verità naturalistica. La resa minuziosa, unita alla luminosità della scena, rende queste tavole una pietra miliare del ritratto rinascimentale.

La Pala di Brera

Il culmine della maturità artistica di Piero: una straordinaria sacra conversazione ambientata in una grandiosa architettura ispirata a Leon Battista Alberti. Sospeso al centro, un uovo di struzzo diventa simbolo di nascita e perfezione cosmica, racchiudendo in sé il messaggio universale della pittura pierfrancescana.

L’eredità di Piero

Piero della Francesca non è stato soltanto un grande pittore, ma un vero e proprio pensatore figurativo. Le sue opere incarnano il connubio perfetto tra scienza e arte, tra ragione e poesia. Guardando i suoi dipinti, si percepisce la sensazione di un’arte senza tempo che ha abbracciato la scienza: Piero è il matematico della prospettiva e del pennello.

Piero della Francesca, Battesimo di Cristo, 1445, tempera su tavola, 167x116cm, National Gallery, Londra.
Piero della Francesca, Flagellazione di Cristo, 1450, tempera su tavola, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino, 58x81cm.
Piero della Francesca, Madonna del parto, 1455, affresco, 260x203cm, spazi espositivi, Monterchi.
Vedute d'insieme degli affreschi raffiguranti le storie della vera Croce, 1452-1466, Basilica di San Francesco, Arezzo.
Piero della Francesca, Resurrezione di Cristo, 1458-1474, tecnica mista: affresco e tempera; 225x200cm, Museo Civico di Sansepolcro.
Piero della Francesca, doppio ritratto dei Duchi di Urbino, Uffizi, Firenze, 1465-1472, olio su tavola, 47x66cm.
Piero della Francesca, Pala di Brera, 1474, Pinacoteca di Brera, Milano, tempera e olio su tavola, 251x173cm.

Articolo di Dario Romano di Arte Divulgata. Per fonti e approfondimenti, il contenuto è tratto dal mio libro: Piero della Francesca: pittura come scienza e visione.

















Commenti

  1. Superlativo , a Monterchi ho visitato una piccola cappella dove è esposta la " Madonna del parto

    RispondiElimina
  2. MI piace troppo...fatto il percorso delle sue opere...

    RispondiElimina
  3. Nel trittico della Misericordia di san Sepolcro,l'artista ha bisogno di noi,che fa' la madonna sotto la croce com le mani sollevate,tace ,no,urla il suo dolore per la morte del figlio, questo urlo fa' un giro circolare nel trittico e torna da dove era partito
    .

    RispondiElimina
  4. Обичам този художник- математик Пиеро дела Франческа

    RispondiElimina
  5. Piero della francesca❤️

    RispondiElimina
  6. Per me uno dei grandi in assoluto.
    Grazie.

    RispondiElimina
  7. Piero della Francesca il mio preferito un.grande della pittura italiana.

    RispondiElimina
  8. Tutti molto belli, Piero della Francesca è un grande.

    RispondiElimina
  9. Grazie mille bellissimo

    RispondiElimina
  10. La "Madonna di Senigallia" è la mia preferita (essendo di Senigallia) 😍

    RispondiElimina

Posta un commento